La denuncia

Brindisi, Sos disoccupazione: «Crescono le Naspi»

andrea pezzuto

I sindacati: «Eni vigili sul mantenimento dei posti di lavoro»

«Utilizzo delle domande di disoccupazione (Naspi) in forte crescita negli ultimi dodici mesi in terra di Brindisi». È la denuncia dei segretari territoriali di Filctem Cgil (Antonio Frattini), Femca Cisl (Marcello De Marco) e Uiltec Uil (Carlo Perrucci).

E il trend è destinato a crescere, dato che il 2024 si è aperto con la cassa integrazione dei lavoratori della Sir, della LyondellBasell e ora anche delle imprese appaltatrici del petrolchimico, con circa quaranta lavoratori che rischiano di perdere il posto a seguito di un cambio d’appalto che ha penalizzato le ditte locali Tecnogal Service e Leucci Group.

«Tantissime aziende - sostengono i sindacati confederali - preferiscono chiudere battenti piuttosto che tirare a campare. Da tempo abbiamo lanciato l’allarme sul rischio di un effetto domino. La chiusura dell’impianto P9T della Basell e la fermata generale della centrale Enel di Cerano, oltre alle conseguenti ricadute sui lavoratori diretti, comportano un progressivo smantellamento di un sistema dell’indotto che tanto ha dato al tessuto industriale brindisino».

L’ultimo avvenimento, ossia quello del cambio d’appalto in Eni Versalis ed Enipower che ha tagliato fuori le aziende locali, ha accresciuto la preoccupazione dei sindacati.

«Non possiamo rimanere silenti - denunciano le organizzazioni dei lavoratori - davanti all’ennesima gara al ribasso che le subentranti ditte sono state costrette a fare per aggiudicarsi l’appalto, con il conseguente rischio di mettere a repentaglio la sicurezza sui luoghi di lavoro. L’auspicio - affermano i segretari territoriali - è che Eni si faccia carico ancora una volta delle difficoltà presenti nel nostro territorio e vigili sul mantenimento corretto degli indici occupazionali già presenti sui cantieri».

E Cgil, Cisl e Uil continuano: «Più volte abbiamo chiesto accordi su clausole sociali di salvaguardia, come già fatto in altri territori in crisi. Siamo certi che si possa trovare un’intesa per scongiurare l’ennesimo dramma sociale. Occorre adoperarsi con i fatti - concludono - affinché si arresti questo fenomeno di deindustrializzazione, prima di compromettere inesorabilmente tutto il tessuto sociale ed economico della nostra provincia».

Intanto stamattina il Cobas incontrerà il sindaco Pino Marchionna per «costruire un fronte unico atto a sostenere investimenti alternativi».

Il sindacato di base, che nei giorni scorsi ha manifestato con un corteo nel centro cittadino, chiederà anche al primo cittadino di «inoltrare istanze al governo per le società in house comunali e provinciali che rischiano di chiudere» e di ottenere «nuove lavorazioni nel settore aereonautico».

Anche il segretario provinciale della Cisal Chimici, Massimo Pagliara, lancia un appello affinché «le istituzioni locali e regionali si impegnino fattivamente per organizzare un incontro con tutte le parti in causa al fine di garantire a tutte le maestranze un futuro certo e dignitoso».

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