La vicenda
Ceglie Messapica, chiesto il processo per il figlio della donna trovata cadavere in un congelatore
Il 55enne ha ammesso di aver nascosto il corpo dell’anziana. L’altra accusa: continuava a riscuotere la pensione della defunta
La Procura di Brindisi, dopo aver puntualizzato le accuse, ha chiesto il processo per Angelo Bellanova, 55 anni, di Ceglie Messapica, reo confesso di aver nascosto il cadavere della madre Maria Prudenza Bellanova, 82 anni, nel congelatore a pozzetto dell’abitazione di campagna, in contrada Nisi, in cui vivevano. Bellanova è accusato di occultamento di cadavere e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato, per più di undicimila euro, tra pensione e indennità di accompagnamento, intascati otto mesi dopo la morte della madre, avvenuta per cause naturali.
L’udienza preliminare si svolgerà il prossimo 5 marzo davanti al gup Vittorio Testi. Parte civile è l’Inps. Il cadavere della donna fu trovato dai carabinieri il 22 novembre 2022.
Bellanova, difeso dall’avvocato Aldo Gianfreda, è rimasto a piede libero. Il medico legale Domenico Urso ha escluso sia la «causa violenta» che «l’effetto dell’azione di sostanze esogene», dopo aver eseguito una serie di esami. La relazione relativa all’esame autoptico è stata depositata lo scorso 21 aprile e conferma la versione fornita dal figlio, secondo cui la morte sarebbe avvenuta per cause naturali.
Interrogato dal pm Mauron Gallone, subito dopo la scoperta del cadavere, il 55enne disse di non aver avuto alcuna responsabilità nella morte della donna e che dopo averne constatato il decesso, non se l’era sentita di tumularla al cimitero perché avevano sempre vissuto insieme. «Mia madre mi ha cresciuto da sola e non sono riuscito a separarmi da lei», riferì al magistrato, alla presenza del suo difensore.
Per il pm, oltre all’occultamento del cadavere, le indagini delegate ai carabinieri hanno evidenziato «l’indebita percezione» di somme di denaro, ai danni dello Stato, dopo la morte del genitore. Il figlio della pensionata avrebbe riscosso l’importo pari a 11.125 euro e 52 centesimi avendo «omesso di comunicare la morte» della donna. L’Inps, quindi, in mancanza della comunicazione, ha continuato ad accreditare sul libretto della 82enne la pensione di vecchiaia e l’indennità di accompagnamento da marzo 2022 sino a novembre dello stesso anno, quando è stato trovato il cadavere.