L'iniziativa
Brindisi, il Comune vende casa e punta ad incassare 14 milioni di euro
Dieci milioni potrebbero derivare dalla alienazione del patrimonio abitativo, inclusi gli oltre 700 alloggi popolari
BRINDISI - Poco meno di 14 milioni di euro. A tanto ammonta la previsione di entrata nel bilancio comunale legata al nuovo piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari relativo al triennio 2024-2026.
Con una recente delibera di Giunta, infatti, è stato adottato lo schema che comprende nove elenchi corrispondenti alle varie tipologie di immobili (provenienti dal demanio, confiscati o da valorizzare), fabbricati (non strumentali) e terreni (non strumentali, provenienti dal demanio, confiscati o agricoli), con l’aggiunta del patrimonio abitativo.
Il piano è spalmato come detto in tre anni. Nel 2024, dalla sua concreta attuazione scaturirebbero entrate per 2.093.090,43 euro, nel 2025 si salirebbe a quota 4.771.825,34 euro per concludersi poi nel 2026 con una previsione di 6.880.674,12 euro. Il totale che ne deriva, circa 14 milioni, non rappresenta tuttavia l’integrale valore dei beni inclusi negli elenchi che sarebbe - al netto del 25% dei corrispettivi delle alienazioni da somministrare al ministero competente in caso immobili demaniali - di poco inferiore ai 22,1 milioni di euro.
Nel piano, inoltre, è inserito anche un immobile in disuso da anni e in abbandono, dislocato in via Cappuccini e composto da 48 unità abitative, un cortile e un terreno, per una valore di 841mila euro, in relazione al quale è in via di perfezionamento la procedura di alienazione.
L’elenco potenzialmente più prolifico è quello inerente l’alienazione del patrimonio abitativo. Dei 14 milioni preventivati nel bilancio, 10 il Comune conta di incassarli vendendo le case di sua proprietà. E a proposito di quest’ultimo elenco, l’Amministrazione sta pensando, peraltro, di seguire una procedura sperimentale in relazione agli alloggi con assegnatari in età senile e nei confronti dei quali non vi siano soggetti interessati al subentro, che verrebbero inclusi nella lista dei beni alienabili con il vincolo, però, a carico dell’acquirente di subentrare al Comune nel rapporto di locazione (a condizioni inalterate) vita natural durante dell’inquilino. Un’idea nata dalla constatazione che, stante l’attuale andamento demografico della città (età media in continuo aumento), la platea delle abitazioni da porre in vendita potrebbe essere ampliata, valutando l’ipotesi di attrattiva di alloggi occupati, appunto, da assegnatari.
Tra i beni in vendita è annoverata ancora una volta la piscina di Sant’Elia di via Ligabue; quella di contrada Masseriola invece è ricompresa tra i beni da valorizzare (così come l’ex cinema Di Giulio), mentre da alienare sono anche l’ex farmacia comunale di via Tarantini, numerosi appartamenti e, soprattutto, alloggi (se ne contano più di 700), locali commerciali, depositi, ex scuole rurali, terreni e, in conclusione, un folto elenco di immobili confiscati dal Comune.