L'evento
L’«Infinito Tour» di Vecchioni accende le sue luci a Francavilla
Concerto del cantautore, questa sera in provincia di Brindisi
«Luci a San Siro non ne accenderanno più». Questa sera, invece, alle 21, quelle di piazza Giovanni XXIII a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, illumineranno la magia della musica di Roberto Vecchioni, 80 anni compiuti qualche giorno fa, uno dei cantautori italiani più famosi e influenti, che con le sue canzoni ha saputo descrivere un’epoca. Sul palco per «Francavilla Fontana Estate 2023» (cartellone di eventi culturali estivi promosso dal Comune), il cantautore-professore proporrà il meglio della sua musica.
«L’Infinito tour» è un grande spettacolo di canzoni, immagini e monologhi che lascia spazio ai brani dell’ultimo album di Vecchioni, ma anche ai classici del suo repertorio, in una narrazione che tiene insieme musica, parole e immagini, attraverso una sintesi artistica raffinata e profonda, che, a volerla descrivere, è già tutta racchiusa in una parola: amore.
Le canzoni sono accompagnate da video e immagini che trasmettono «l’essere» delle stesse canzoni e che avvolgono il pubblico in una dimensione immaginaria ed elegante.
Il cantautore sarà accompagnato dalla sua «band storica» costituita da Lucio Fabbri (pianoforte, violino, mandolino), Massimo Germini (chitarra acustica), Antonio Petruzzelli (basso) e Roberto Gualdi (batteria).
Luci a san Siro, L’ultimo spettacolo, Samarcanda, Mi manchi, La mia ragazza, Piccolo amore, Chiamami ancora amore: sono le canzoni - giusto per citarne solo alcune - che hanno fatto la storia personale di Vecchioni, ma anche la storia della musica italiana.
Milano vissuta da giovane; i ricordi; gli amori difficili e sofferti; il destino dell’uomo e l’inevitabile morte; l’amore per una donna e l’amore per il proprio lavoro; la bellezza e la gioia di un amore che non è durato; l’Italia dei nostri giorni; i dolori che si incontrano nella vita; l’alfabeto necessario a decifrare le emozioni.
Nella sua opera è ricorrente l’intrecciarsi del proprio essere con i più svariati miti della storia, della letteratura e dell’arte, questi ultimi presi in prestito non tanto per descriverne le gesta, piuttosto come espediente per rappresentare una parte di sé.
Presentare un concerto di Vecchioni non è facile: non sono solo canzoni, è un’immersione di due ore e mezza nella cultura di un uomo che ha insegnato per 40 anni latino e greco ai ragazzi del liceo e che vuole continuare a insegnarci la bellezza, l’amore per la vita e la speranza, senza fermarsi: «Corri cavallo, corri ti prego/Fino a Samarcanda io ti guiderò,/ Non ti fermare, vola ti prego/Corri come il vento che mi salverò».
Scrittore, giornalista, l’unico ad aver vinto il Premio Tenco (1983), il Festivalbar (1992), il Festival di Sanremo (2011) e il Premio Mia Martini della critica (2011), Vecchioni ha ancora tanto da raccontarci: «Perché le idee sono come farfalle/Che non puoi togliergli le ali/ Perché le idee sono come le stelle/ Che non le spengono i temporali/ Perché le idee sono voci di madre/ Che credevano di avere perso/ E sono come il sorriso di dio/ In questo sputo di universo».