Il processo
Brindisi, le minacce di Morleo rievocate in aula: «Gli taglio la testa e ci gioco a pallone»
Un ex imprenditore testimone al processo per il delitto Spada. Rispondendo al pm ha ricostruito la mappa delle società e i suoi contatti con l'imputato
BRINDISI - «La mia segretaria mi disse che era stata contattata da Cosimo Morleo, il quale proferì le seguenti parole: “Digli - parole rivolte all’imprenditore chiamato a testimoniare al processo per il delitto Spada-ndr - che gli taglio la testa e ci gioco a pallone”».
Un salto indietro nel tempo, di più di venti anni, per riferire alla Corte d’Assise di Brindisi il contenuto di una telefonata e di un incontro con Cosimo Morleo che, in entrambi i casi, avrebbe avuto un «atteggiamento minaccioso». A ricordare è stato l’imprenditore citato come testimone dal pm della Dda di Lecce nel processo sugli omicidi di Salvatore Cairo e Sergio Spada, imprenditori nel settore del commercio di pentole e casalinghi.
Omicidi aggravati da premeditazione e da metodo mafioso, secondo il sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza: uccisi perché avrebbero intrapreso strade in concorrenza con quella della famiglia Morleo che avrebbe voluto lavorare in condizioni di monopolio. Il corpo di Cairo venne fatto e pezzi con una motosega e bruciato a maggio 2000. Spada venne ucciso a novembre 2001. Imputati sono i fratelli brindisini Cosimo ed Enrico Morleo, il primo ritenuto il mandante e il secondo esecutore materiale.
L’imprenditore chiamato a testimoniare nel processo in atto era, agli inizi del 2000, titolare di un’azienda di import-export di casalinghi: «Vendevamo porta a porta piatti, bicchieri e pentole», ha spiegato ricordando che l’azienda si chiamava «Diamante» e che «aveva sede legale a Brindisi e l’ufficio distribuzione in Sicilia». Per l’imprenditore-testimone, un’altra azienda di riferimento, oltre a quella di Spada con cui partecipò anche a fiere campionarie in Russia, era quella di Cairo che aveva «aperto la Eurocasa». Il teste ha riferito di aver avuto rapporti anche con la Golden Star che ha ricollegato a Cairo ed a Cosimo Morleo e con la Mc Europa, definita come la «più grossa assieme alla Diamant (dell’imprnditore Spada-ndr)». Rispetto a quest’ultima, rispondendo a una domanda del pm , il teste ha detto che era «di Cosimo Morleo»: «Credo che c’era anche Salvatore (Spada-ndr), poi non so le cose societarie, perché qualche volta, quando andavo, c’era pure lui».
L’imprenditore, sempre rispondendo a al pm, ha detto che dopo la scomparsa di Cairo e l’omicidio di Spada, la Mc Europa, sarebbe diventata leader nella distribuzione dei prodotti per la casa. A quel punto, De Nozza ha chiesto al teste se ricordasse di una telefonata e di «un litigio con Cosimo Morleo». «Mi ricordo che siccome avevamo, non litigato, ma avuto dei diverbi sul prezzo su alcuni articoli che avevo preso da loro, dissi: “Non li voglio più”». Il riferimento, ha precisato, era alla «Mc Europa». «Mi disse, allora mandameli e facciamo i conti. Glieli mandai e quando arrivarono mi chiamò e disse che non erano quelli. Insomma fece casino al telefono».
Poi l’episodio in Sicilia: «Nel mio ufficio eravamo io, Sergio Spada e il suo socio, a un tratto mentre parlavamo è arrivato un furgone con tre individui, tra cui Cosimo Morleo che scese e un ragazzo con capelli lunghi tutto tatuato. Lui era indispettito e con un fare minaccioso mi disse in dialetto: “Poi ci vediamo a Brindisi”».
Prima ci sarebbe stata la telefonata di cui l’imprenditore ha riferito a De Nozza, il 19 novembre 2003, e che ha confermato essendo «una cosa vera». Nel verbale c’è scritto: «Non avevo intenzione di concludere rapporti con loro, in quanto i prezzi della Mc Europa erano più alti rispetto ad altri fornitori. Nacque un battibecco durante il quale feci presente le mie intenzioni di rivolgermi a un legale. Dopo un po’ di giorni la mia segretaria mi disse che era stata contatta da Cosimo Morleo».