Il caso

Brindisi, sfiammata del Petrolchimico: nessun superamento dei limiti

Antonio Portolano

Lo avrebbe accertato l’Arpa in relazione all’ultimo episodio

BRINDISI - Nessun superamento delle concentrazioni limite degli inquinanti a seguito dell’ultima sfiammata al Petrolchimico.
È quanto avrebbe certificato l’Arpa a seguito dell’evento, Ed è stato questo uno dei temi più dibattuti nel corso della riunione di ieri mattina tra i sindacati ed i vertici di Eni Versalis, tra cui il direttore dello stabilimento, il capo del personale e dell’Ufficio personale Italia del colosso della chimica.
Al tavolo riunito anche per valutare la questione relativa ai provvedimenti adottati dal sindaco Riccardo Rossi, i presenti hanno parlato dei motivi che hanno causato il guasto e delle operazioni che hanno portato alla riparazione di quei cavi i quali si sono improvvisamente interrotti (due su tre grossi conduttori del diametro di cinque centimetri che portano l’alta tensione) determinando poi a cascata il blocco dell’impianto e l’attivazione del sistema di emergenza con la conseguente sfiammata della torcia «RV101C» di Punta Torre Cavallo a servizio dell’impianto di cracking P1Cr di Versalis.
L’azienda per chiarire i motivi del guasto ha anche inviato un campione di quei cavi ad un istituto specializzato per chiarire i motivi dell’improvvisa rottura.
Non si evidenziano in tale periodo superamenti delle concentrazioni limite degli inquinanti normati rilevati nella rete di Brindisi, direbbero i rilevamenti dell’Arpa.

L’azienda nel corso dell’incontro con i sindacati avrebbe anche ribadito la sua piena disponibilità ad incontrare il Comune per dare corso a quel Comitato paritetico chiesto proprio dal sindaco Rossi e rimasto ad oggi - fanno notare i sindacati - ancora lettera morta e che potrebbe invece agevolare il dialogo tra l’Amministrazione e la società chimica.
Non solo, sarebbe pronta anche - qualora gli Enti locali agevolassero l’iter di quella procedura unica richiesta al ministero competente - ad avviare, con il fermo degli impianti dell’anno prossimo un investimento da circa 20 milioni di euro per la costruzioni del sistema di sicurezza «Ground flare» che contribuirebbe ancora di più a diminuire le emissioni inquinanti in quell’ottica di ambientalizzazione dell’impianto auspicata oltre che dal Comune anche dai brindisini.

Gli Enti tuttavia sarebbero più orientati alle procedure Aia e di valutazione del danno sanitario, motivo per il quale i tempi per la costruzione della torcia Ground flare si allungherebbero in maniera indefinita essendo le procedure ancora più complesse rispetto ad un procedimento unificato quale quello già richiesto al ministero e su cui la società attende ancora risposta. Il dato è che pur essendo tutto pronto sulla carta per dare corso ad un investimento da decine di milioni di euro nell’ottica dell’ambientalizzazione dell’impianto tutto resta, al momento fermo.

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