la città
Andria, il ponte Bailey diventa un caso: non partono i lavori
L’infrastruttura demolita ad aprile, ma passano ancora le auto
È dello scorso aprile l’eliminazione del ponte Bailey in via Carmine, utilizzato per 14 anni per sopperire al rischio di cedimento della strada, che avrebbe avuto la chiusura come unico destino.
Un ponte costato oltre 200 mila euro, con annessi disagi ai residenti che avevano difficoltà a dormire, per i continui rumori provocati da ogni passaggio di auto sul percorso in ferro. La rimozione di circa due mesi fa, era stata vista come un evento positivo e per l’occasione l’amministrazione comunale aveva promesso anche l’avvio dei lavori di 200 giorni, per rinforzare il sottosuolo e riportare alla normalità il flusso della via, in un quartiere di periferia, spesso dimenticato. Il Comune, in particolare, aveva intercettato un finanziamento di 1,2 milioni euro, subito dopo è stato redatto il progetto esecutivo che ha richiesto un particolare approfondimento, vista la necessaria integrazione con un altro progetto importante di messa in sicurezza, riguardante l’intero tratto tombato del canale Ciappetta Camaggio, quest’ultimo gestito dalla Regione Puglia.
«Eravamo rimasti alle parole dell’assessore Loconte, pronto a rassicurare i residenti che soltanto al termine di questi lavori sarà possibile restituire piena viabilità all’intera area», commenta il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Sabino Napolitano. «Dopo l’annuncio non rispettato sulla riapertura della piscina comunale, tuttavia, risulta difficile fidarsi ancora dell’assessore, ma in via Carmine sta succedendo qualcosa di curioso».
A distanza di due mesi, infatti, è tutto fermo e c’è poca chiarezza in merito, secondo Fratelli d’Italia. «Innanzitutto i lavori promessi non sono stati proprio avviati ma, nel frattempo, l’amministrazione comunale ha pensato bene di consentire in ogni caso il flusso delle auto creando un passaggio accanto alla recinzione di una zona che, teoricamente, sarebbe ancora a rischio crolli. Il tutto, però, senza eliminare i cartelli stradali di divieto di transito e di strada chiusa. Vorremmo, quindi, capire: l’assessore alla viabilità Pasquale Colasuonno che dice? Il comandante della Polizia Locale che fa? L’assessore ai Lavori Pubblici Loconte lo sa che, rispetto alla sua dichiarazione di restituire la piena viabilità all’area, la strada è stata già riaperta prima dei lavori? Ma soprattutto ci chiediamo: il pericolo di un eventuale cedimento stradale non esiste più? Se sì, c’è qualcuno che lo ha certificato? È cambiato qualcosa rispetto all’ordinanza n.143 del 2011? Noi ovviamente capiamo le esigenze dei residenti del quartiere San Vito, che hanno patito una situazione di oggettiva difficoltà per oltre un decennio, ma non vorremmo che qualcuno stia giocando sulle norme e sulla sicurezza degli stessi cittadini».