cronache di palazzo
Barletta, maggioranza ancora senza pace: Cannito revoca l’assessore Tupputi
L’ex titolare del Welfare: appreso dall’Albo pretorio, chiederò spiegazioni. «Il «venir meno del rapporto fiduciario» alla base del licenziamento
BARLETTA - Ancora uno scossone per la giunta Cannito. Nella tarda mattinata di ieri, il sindaco ha revocato l’incarico di assessore ai Servizi Sociali alla segretaria cittadina di Forza Italia, Rosa Tupputi. Alla base della decisione del primo cittadino, stando a quanto riportato dalla delibera pubblicata sull’albo pretorio, il «venir meno del rapporto fiduciario con l’assessore».
Nominata a marzo Tupputi era stata nominata lo scorso 15 marzo nell’ambito della costituzione della nuova squadra di governo cittadino seguita all’approvazione del bilancio di previsione ed al conseguente rientro in maggioranza di Forza Italia e Barletta al Centro. Proprio di Forza Italia, Tupputi era stata eletta segretaria pochi giorni dopo aver ricevuto la delega assessorile. Il 24 marzo, l’ormai ex assessore al Welfare, era riuscita ad avere la meglio sul segretario uscente Giovanni Ceto al termine di un congresso cittadino combattutissimo ed incerto fino all’ultimo. Tupputi era stata eletta alle amministrative del 2022 nella lista Con Emiliano, salvo poi decidere di passare al centrodestra insieme a suo fratello, il consigliere regionale Giuseppe, nel maggio del 2024. Il suo ingresso in Forza Italia fu inizialmente respinto dal gruppo consiliare, ma l’elezione alla carica di segretaria e la nomina assessorile sembravano aver chiarito la situazione.
Albo pretorio Chiarimenti, in realtà, Tupputi li attende dal sindaco circa i motivi della revoca. Intercettata telefonicamente, la segretaria di Forza Italia ha raccontato di aver appreso della decisione di Cannito «solo dall’albo pretorio e senza alcun preavviso». «Quanto avvenuto - ha raccontato Tupputi - mi ha davvero stupito. Appena un paio di giorni fa ho partecipato con il sindaco ad un evento e non mi era stata manifestata alcuna perplessità circa le mie attività. Pensate, che ieri mattina stavo per partecipare ad una commissione quando ho appreso della presenza sull’albo pretorio della delibera di revoca del mio ruolo assessorile. Sono basita e chiederò spiegazioni a Cannito».
Silenzio Cannito A proposito del sindaco, il primo cittadino si è chiuso in un silenzio ermetico circa le motivazioni alla base del venir meno della fiducia nei confronti dell’assessore Tupputi, la cui revoca arriva qualche giorno dopo l’uscita dalla maggioranza dell’ex capogruppo di Barletta al Centro, Michele Trimigno. Al momento, non è possibile affermare che ci sia un legame tra le due vicende, certo è, però, che la situazione all’interno della maggioranza non è idilliaca. A tal proposito, bisogna infatti registrare anche la posizione critica dei consiglieri comunali del gruppo misto Gennaro Calabrese e Vittorio Cardone che, con l’ex assessore allo Sport Marcello Degennaro, hanno sollevato perplessità circa la scelta dell’amministrazione di procedere alla costruzione di una piscina comunale scoperta in zona 167. L’aspirazione di Calabrese e Cardone ad una rappresentanza in giunta era già emersa nel corso delle trattative di marzo per il rinnovo della squadra di governo cittadino e potrebbe tornare prepotentemente di attualità.
Opposizioni In attesa di comprendere quali potranno essere i nuovi equilibri in giunta ed in maggioranza, dall’opposizione, la capogruppo del Pd, Rosa Cascella ha attaccato il sindaco evidenziando come Rosa Tupputi sia il quinto assessore donna revocato nel corso di questa consiliatura. «Dopo rimpasti, crisi politiche e teatrini vari - ha affermato la dem sui propri canali social - pensavamo che la giunta avesse finalmente trovato un equilibrio, ma evidentemente lo squallido spettacolo continua. Il sindaco Cannito continua a revocare assessori senza uno straccio di motivazione, nel totale disprezzo della trasparenza e del rispetto istituzionale». «Mentre la città è sommersa di problemi - ha chiosato la dem - l’unico interesse di chi amministra questa città rimangono le poltrone».