l'iniziativa
A Trani «Cuore nostro»: nonostante il furto dei giorni scorsi in arrivo un altro defibrillatore
Installata la sesta delle undici colonnine previste l’altro pomeriggio in via Superga. A pochi giorni dopo il furto ai danni della prima
TRANI - L’altro pomeriggio, in via Superga, è arrivata la sesta delle undici colonnine previste: non avrebbe fatto notizia, se non fosse che l’evento è arrivato pochi giorni dopo il furto ai danni della prima. Stiamo parlando delle teche contenenti defibrillatori pubblici, distribuiti in città in alloggiamenti appositamente sparsi attraverso il territorio comunale.
Il progetto, dal titolo «Cuore nostro», a cura degli Operatori emergenza radio, Comune di Trani, Mg communication e soggetti benefattori a vario titolo, è partito ufficialmente lo scorso 26 luglio, con la collocazione della prima postazione in piazza della Repubblica: proprio il defibrillatore in essa contenuto è scomparso nei giorni scorsi, sottratto da ignoti che tali restano a dispetto di immagini della videosorveglianza che, sulla carta, avrebbero dovuto stanarli.
Ma qui la questione va ben oltre il già sconcertante fatto di cronaca, perché riguarda invece la solidarietà, il buon senso e la coscienza di ciascuno di noi: perché anche la più contorta mente criminale ruba un defibrillatore in grado di salvare una vita, magari anche quella di se stesso o dei suoi più stretti parenti? Eppure è successo e la notizia ha scosso non poco la città, almeno stando ai commenti sdegnati espressi nell’immediatezza sui social dagli utenti.
Il problema è che a quel punto ci si trova davanti a un bivio: fermarsi perché non ci sono più le condizioni, ovvero andare avanti perché si vuole dimostrare che il progetto è più forte dei delinquenti che lo intralciano? La scelta è andata decisamente in direzione della seconda ipotesi.
«L’iniziativa va avanti - conferma Sebastiano Miscioscia, presidente degli Oer -. Quanto accaduto in piazza della Repubblica non potrà mai fermare iniziative del genere, necessarie per la collettività. E ci auguriamo che chi ha rubato quel defibrillatore abbia un rigurgito di moto coscienza e lo lasci da qualche parte, così che torni nella disponibilità di tutti».
Il dottor Giuseppe D’Innella, il cui centro diagnostico si trova nei pressi della postazione alla cui attivazione ha economicamente contribuito, stende «un velo pietoso su quanto accaduto in piazza della Repubblica» e accende i riflettori sull’aspetto più importante: «Un defibrillatore è in grado di salvare davvero una vita: serve averli e serve che quanti più operatori siano formati, perché ci sia sempre qualcuno che sappia usarli all’occorrenza».
Nessuna esitazione dunque: l’impegno va avanti in una città che rientra nel circuito di quelle cardioprotette. Si arriverà a 11 defibrillatori, come previsto dal progetto, nei seguenti luoghi: piazzale Marinai d’Italia; lungomare Cristoforo Colombo; via Statuti Marittimi; piazza Quercia; via San Giorgio; piazza della Repubblica; piazza Gradenigo; piazza Duomo; piazza Indipendenza; piazza XX Settembre; via Superga.
E nel frattempo si valuta lo spostamento in altra zona della postazione di piazza della Repubblica, che in ogni caso tornerà ad essere disponibile con un nuovo dispositivo. Sempre che nel frattempo il ladro non sia tornato sui suoi passi.