L'arresto

Resta in carcere l'ex boss tranese Annacondia. La difesa: «Non era una estorsione, era la restituzione di un prestito»

Convalidato il fermo del 67enne avvenuto lunedì a Civitanova Marche. L'accusa: ha tentato di estorcere 10mila euro a un imprenditore

Resta in carcere Salvatore Annacondia, 67 anni, l'ex boss mafioso di Trani fermato dalla polizia di Fermo mentre incassava - secondo l'accusa - 10mila euro estorti a un imprenditore che lo ha denunciato. Il gip di Macerata, Claudio Bonifazi, ha convalidato il fermo disponendo la custodia cautelare in carcere. Annacondia (difeso dall'avvocato Gabriele Cofanelli di Macerata) ha dato la sua versione dei fatti, spiegando che non si trattava di una estorsione ma della richiesta di restituzione di una somma di denaro oggetto di precedenti rapporti d'affari tra i due.

Annacondia, detto "Manomozza", è stato seguito dalla Squadra mobile di Fermo dopo le sue presunte "visite" a Civitanova Marche (Macerata) nell'azienda dell'imprenditore cui avrebbe imposto, con minacce di morte, di accollarsi il debito contratto da un suo collaboratore. L'imprenditore estorto, a dire dell'accusa, sarebbe stato "colpevole" di aver assunto il dipendente e di lavorare con lui senza assicurarsi che lo stesso dipendente avesse onorato il debito con Annacondia. Il pregiudicato tranese avrebbe più volte fatto minacce per "ricordare" il pagamento del debito: da quella di prelevare con la forza il lavoratore moroso, fino alle minacce di morte rivolte all'imprenditore che gli aveva già corrisposto 2mila euro. Ma Annacondia avrebbe continuato a chiederne 10mila: a quel punto la vittima ha fissato un appuntamento in azienda, e ad attendere Annacondia c'erano i poliziotti. La Mobile sta verificando se l'ex boss pugliese, che da dieci anni lavorava nella ristorazione nelle Marche, abbia usato lo stesso metodo con altri imprenditori.

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