Criminalità

Andria, 6 arresti per 5 colpi. Sgominata la banda dei tir: ecco i nomi

Aldo Losito

Accusati di associazione per delinquere, rapina, furto e riciclaggio

ANDRIA - Dovranno rispondere di associazione per delinquere nonché (a vario titolo) di rapina, furto e riciclaggio, i sei andriesi arrestati ieri mattina al termine di una operazione dei Carabinieri. Quattro degli arrestati sono finiti in carcere: il 51enne Massimo Grillo, il 48enne Nicola Sgaramella, il 45enne Pietro Moschetta e il 49enne Vincenzo Lombardi. Arresti domiciliari per gli altri due: il 49enne Riccardo Zingaro e il 28enne Giovanni Terlizzi. In azione i 50 militari del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani, supportati da personale del 6° Nucleo Elicotteri, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia e dal Nucleo cinofili di Modugno.

Il provvedimento cautelare è l’esito di un’attività di indagine denominata «Raptor», condotta da dicembre 2023 a marzo 2024 dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri della Bat, sotto la direzione della Procura di Trani.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip, gli indagati avrebbero costituito un’associazione per delinquere, radicata nella città federiciana e finalizzata a realizzare vari delitti contro il patrimonio. Nella disponibilità della «banda» c’erano anche armi e strumenti idonei a inibire le comunicazioni telefoniche e telematiche. Azioni criminali sono state commesse anche fuori dalla provincia, tutte aventi ad oggetto beni di ingente valore, quali macchine operatrici, cingolati, trattori stradali e rimorchi.

Sono stati raccolti elementi in merito ad una rapina in danno di un’azienda di trasporti di Andria, nel corso della quale hanno asportato del danaro, dopo aver minacciato il custode. Ed ancora tre furti avvenuti rispettivamente a Matera, Trani e San Benedetto del Tronto. E poi un tentativo di furto a Trani di mezzi pesanti e macchine operatrici del valore complessivo stimato in euro 400mila circa, tutti poi recuperati da militari dell’Arma e restituiti ai legittimi proprietari.

A capo dell’organizzazione c’era Massimo Grillo, che si avvaleva della stretta collaborazione di Nicola Sgaramella e Pietro Moschetta. Gli altri indagati hanno avuto, invece, ruoli specifici a seconda dell’azione criminale intrapresa. Uno degli indagati è difeso dall’avvocato Francesco Pollice e gli altri cinque dall’avvocato Fabio Bisceglie. Le investigazioni si sono mosse su due piani. Il primo basato su osservazioni e pedinamenti, l’altro incentrato su un’attività di intercettazione telefoniche e ambientali, di acquisizione dei dati del traffico telefonico e telematico, con riprese video.

Gli inquirenti hanno potuto documentare l’esistenza e l’operatività dell’associazione per delinquere. Non è stato semplice incastrare i sei indagati, anche perché i militari hanno dovuto decifrare il linguaggio criptico che utilizzavano parlando mediante apparecchi radio portatili. Per esempio l’espressione «scatt sciann» era utilizzata per indicare l’arma da fuoco, «toc toc» per i telefoni, «chiacchiaraul» per le ricetrasmittenti, «cornut» per gli inibitori di frequenza, «maciste» per il trattore stradale, mentre «la gatta» era l’auto veloce utilizzata per compiere le azioni delittuose.

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