L'intervista
Il falso centro benessere del sesso, il colonnello Cassano: «C'è un giro enorme, le ragazze devono pagare le tasse»
Parla il comandante provinciale della Finanza della Bat che ha scoperto il sistema di prostituzione a Barletta: «Siamo partiti da un controllo sul lavoro nero»
BARLETTA - «Il sospetto è che esista una rete, e che il centro scoperto a Barletta possa essere solo l’ingranaggio di un sistema più grande». Il colonnello Pierluca Cassano, comandante provinciale della Finanza della Bat, invita a non derubricare l’indagine di Barletta come uno dei tanti casi di prostituzione mascherata che esistono ovunque: «Parliamo - dice - di meccanismi che creano enormi guadagni in nero, come del resto ammette in una intercettazione il principale indagato quando dice che è così “che si diventa ricchi”».
Come ci siete arrivati?
«Siamo partiti da un’attività di lavoro nero, perché nelle attività di controllo del territorio le prestazioni di servizi - come possono essere ristoranti, centri sportivi e appunto centri massaggi - sono quelle a più alto indice di rischio. Dall’andirvieni di uomini di tutti i tipi, e da una pagina social molto allusiva, era evidente che dietro ci potesse essere un’attività diversa».
Qual era l’indice che faceva pensare a uno sfruttamento del lavoro nero?
«Assunzioni e cessazioni continue di ragazze giovanissime. Ogni mese cambiava la persona che risultava assunta, anche sel centro risultavano lavorare dieci persone. A quel punto abbiamo informato la Procura. E dalle indagini tecniche è venuto fuori il listino che prevedeva dai 100 ai 350 a prestazione».
Come funzionava il meccanismo?
«Per noi c’era un meccanismo di induzione alla prostituzione, perché le ragazze erano spinte dai facili guadagni: incassavano non meno del 50% del corrispettivo, tutto pagato in nero. È chiaro che il titolare era perfettamente consapevole. A casa sua il giorno dell’intervento abbiamo trovato 20mila euro, che potevano essere il provento di una giornata di lavoro. Il centro aveva anche una specie di sede secondaria. Ecco perché pensiamo che il giro fosse molto più grosso.
Dove finiscono queste migliaia di euro?
«È il famoso sommerso, quello che vediamo affiorare in spese in contanti per migliaia di euro nonostante la crisi. E adesso recupereremo tutto, dal punto di vista fiscale, sia nei confronti del titolare che delle ragazze, perché loro sono a tutti gli effetti delle professioniste. Alcune di loro hanno ammesso di lavorare anche in altri centri, che stiamo mappando e rintracciando. Ecco un altro elemento che conferma l’ampiezza del giro. Il centro di Barletta non è stato chiuso, è stato affidato a un amministratore giudiziario che dovrebbe riportarlo all’attività di vero centro massaggi. Senza sfruttamento».[m.s.]