la città che cambia

Trani, addio all’ex distilleria: neanche il contenzioso con l’ex proprietario ferma le ruspe

Nico Aurora

Via con la demolizione, la prima picconata della ruspa per l’attesissima demolizione dell’ex distilleria Angelini, a ridosso di castello e cattedrale.

TRANI - La rinascita di un quartiere ed una pagina voltata di storia della città si giocano sugli anche orari. Ore 10.12, la prima picconata della ruspa sul corpo di fabbrica: in quel momento inizia l’attesissima demolizione dell’ex distilleria Angelini, a ridosso di castello e cattedrale.

Cronaca di una fine Ore 13, il campanile della cattedrale e le prime torri del castello emergono alla vista proprio dal punto di osservazione messo a disposizione dalla direzione dei lavori. Dai confini del cantiere si comincia, proprio in quell’esatto momento, ad avere la percezione del meraviglioso colpo d’occhio che la futura villa sul mare, che nascerà dalla scomparsa della vecchia fabbrica, offrirà con sullo sfondo i simboli della storia della città.

Allo stato, peraltro, quella vista viene tuttora impallata dalla torre ottagonale che la Soprintendenza di Foggia e Bat ha disposto per il momento di non demolire, insieme con un capannone marginale caratterizzato da un tetto a capriate: si vuole valutare l’eventuale coesistenza del parco con questi due elementi di possibile archeologia industriale.

La torre, però, è messa davvero male: per ristrutturarla e renderla feconda testimonianza di un passato economico da non cancellare, serviranno almeno 2 milioni che il Comune non ha. L’impressione è che sia preferibile una vista totalmente libera, la certezza è che le valutazioni saranno rapide: c’è di mezzo l’interesse pubblico, e non è poco. Anzi è proprio tutto quello che ha mosso ciò.

I NUMERI E IL PROGETTO Al netto di tutto questo resta la grande soddisfazione per una data annunciata e rispettata. Neanche il contenzioso civile che l’ex proprietario del sito ha avviato contro il Comune di Trani, per vedersi riconoscere una maggiore indennità di esproprio, ha fermato i lavori: la causa percorrerà esclusivamente binari amministrativi.

La fortuna ha poi voluto che l’impresa esecutrice, la Cetola di Pietramontecorvino, affiancata dalla Tecnoeleva, si sia aggiudicata le gare per tutti e tre i lotti attraverso i quali il grande intervento è frazionato. Pinco costa nord, finanziato quasi interamente con fondi Pnrr, mettendo insieme le tre parti di cui è costituita - la principale delle quali è quella su cui ieri si è avviata la demolizione - vale quasi 20 milioni di euro, di cui 15 per lavori, che si svilupperanno per quasi due ettari e 300 metri di costa.

Grazie a questi sorgeranno principalmente il grande parco - per il quale c’è già una proposta protocollata di intitolazione alla Costituzione, ed edifici di edilizia residenziale sociale di cui sarà proprietario il Comune di Trani. I cittadini potranno abitarvi in locazione facendo domanda e rientrando in una apposita graduatoria sulla falsariga di quanto già avvenuto in via Grecia.

Complessivamente per il sindaco Amedeo Bottaro, presente ieri con tanto di elmetto insieme con assessori, consiglieri e dirigenti comunali, vertici regionali e locali di Legambiente, si sta riscrivendo la storia.

«In pochi credevamo, me compreso, che potessimo veramente iniziare questa grande opera di riqualificazione di una parte fondamentale della città - commenta il primo cittadino -. Ci siamo riusciti e doneremo alla città 60mila metri quadrati tutti sul mare. Sarà la nuova porta monumentale della città, affiancata però anche da un intervento di housing sociale. Ecco perché questa è vera riqualificazione». 

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