Il caso

Trani, «Cure e assistenza carenti, rivitalizzare l’ex ospedale»

Nico Aurora

I medici scrivono a Regione e Comune: mancano personale e strutture. «Il Presidio territoriale di assistenza dovrebbe essere utile al territorio, ma perde pezzi. A partire dal laboratorio di analisi»

TRANI - «Il Presidio territoriale di assistenza di Trani potrebbe diventare un gioiello prezioso per la comunità, ma solo se lo si farà crescere correttamente. E va difeso anche al costo di alzare la voce con i propri “amici” in sede di partito e regionale: la città vi giudicherà per quello che farete». Si conclude così il documento che trenta medici tranesi hanno trasmesso al sindaco, Amedeo Bottaro, al consigliere regionale tranese, Debora Ciliento, ai consiglieri comunali e - con un sintetico manifesto - alla cittadinanza con riferimento ai servizi erogati nel riconvertito ex ospedale di Trani, «fra tante promesse e poche certezze», come da loro sintetizzato nell’oggetto della nota.

«Siamo un gruppo di cittadini, in prevalenza medici e operatori della sanità - spiega il primo firmatario della lettera, il dottor Mauro Mazzilli - e tutti amiamo il nostro lavoro. Per questo motivo seguiamo le vicende che riguardano il Pta di Trani e ne abbiamo a cuore le sorti». Ed oggi i medici escono allo scoperto, avendo avvertito «l’urgenza di risolvere alcuni problemi che pongono a rischio l’intero Pta», scrivono nel documento.

Il Pta «San Nicola il Pellegrino» è nato nel 2016 dalla riconversione dell’ex ospedale, a seguito di un protocollo d’intesa siglato da Regione, Asl Bt e Comune, anche su sollecitazione dell’allora consigliere regionale Mimmo Santorsola, «per colmare Il vuoto assistenziale determinatosi a Trani - ricordano i medici -, erogando tutte quelle prestazioni ambulatoriali di cui i cittadini hanno bisogno in un arco di tempo di 12 ore di apertura, senza necessità di ricovero: basta organizzarlo bene e fornirlo di tutto il personale necessario». Tutto bello sulla carta, ma dopo una fase di crescita, oggi il Pta «ha bisogno che la Regione ne regolamenti veste giuridica, funzioni, caratteristiche e attribuzioni».

ALLARMI E CARENZE L’allarme scattato oggi è legato al fatto che «il Pta ha recentemente perso il laboratorio di analisi - richiamano i medici - e sta vedendo l’Unità operativa di Oculistica trasferirsi progressivamente a Bisceglie, soprattutto con riferimento all’attività operatoria. Tali episodi ci riportano alla memoria quanto è accaduto in un passato ancora recente - osservano -, quando dall’ospedale di Trani venivano spostati interi reparti e personale fino alla sua completa chiusura».

A prescindere di ciò, sempre secondo quanto segnalano i medici, il Pta di Trani mancherebbe di «un disegno unitario che tenga insieme tutte le strutture che ne fanno parte, così come di un elenco di quali e quante prestazioni vengono erogate e non erogate». Non si conoscerebbero neanche «le liste di attesa per ciascuna prestazione, né quanto personale medico e sanitario operi in ciascuna struttura».

LE RICHIESTE La richiesta è «un atto che dia certezze giuridiche e indicazioni organizzative». Più nel dettaglio, i medici invocano per il Pta: «L’implementazione con quelle strutture che non sono state ancora realizzate come l’ospedale di comunità con 20 posti letto; una struttura semi residenziale di assistenza per pazienti in età pediatrica affetti da patologie neuropsichiatriche, prevista dalka Regione già nel 2020; istituzione del Punto unico di accesso; risolvere il problema della contemporanea presenza nel Pta di strutture con personale di provenienza ospedaliera e del poliambulatorio distrettuale, che in alcuni casi eroga prestazioni specialistiche simili, senza alcun coordinamento fra loro. Ciò si verifica proprio perché il Pta è ancora oggi sprovvisto di una dotazione organica propria».

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