sanità

Bat, la proposta del DS Scelzi: «Un solo grande ospedale per la Bat»

REDAZIONE BAT

La proposta del direttore sanitario Scelzi a un’iniziativa Pd della consigliera Ciliento

TRANI - «Un solo grande ospedale per tutta le città della provincia di Barletta, Andria, Trani, da almeno 800 posti letto». È la proposta, forse che arriva dal direttore sanitario della Asl provinciale, Alessandro Scelzi «per la ottimizzazione del servizio in un quadro di grave carenza di risorse economiche e professionali».

Lo ha detto all’interno del convegno sul futuro della sanità locale organizzato dal Partito democratico, e segnatamente dal consigliere regionale Debora Cilento, componente della Commissione sanità nel consesso pugliese, presso la sala di comunità San Luigi ed in occasione del quale è intervenuto l’assessore regionale alla salute Rocco Palese, insieme con il suo predecessore Pierluigi Lopalco, che siede in assemblea con la stessa Ciliento. Al tavolo anche la già citata figura apicale della Asl Bt, davanti ad una platea gremita.

«PTA, GRANDE RISORSA» «La sanità è tanto centrale nell’interesse pubblico, quanto un concentrato di forti criticità - ha esordito Ciliento aprendo i lavori -. Parliamo sempre di risorse e spesa, comparto sanitario e suo finanziamento, ma alla fine al centro della sanità ci sono le persone e le criticità dopo la pandemia si sono persino accresciute».

Quali, allora, le possibili soluzioni? «Deospedalizzazione e sanità di prossimità - risponde la consigliera regionale puntando i riflettori sulla Bat -. Sicuramente ci serve di più e non solo pensando a nuovi ospedali, ma anche ad un salto di qualità come nel caso dei Pta di Trani e Canosa di Puglia, che funzionano alla grande ma possono fare ancora molto altro se solo fosse messo nelle condizioni di crescere. A Trani, per esempio, perché ciò avvenga dobbiamo aprire l’ospedale di comunità e non chiudere la postazione fissa medicalizzata del 118 (ex pronto soccorso, ndr), proprio per rispondere nel miglior modo possibile alle esigenze dei cittadini».

«CI SFORZIAMO, MA IL GOVERNO CI AIUTI»

Stimoli di non poco conto per l’assessore regionale alla sanità, Rocco Palese, tornato a Trani dopo gli anni in cui era sempre assessore regionale, ma nel governo di Raffaele Fitto, che di fatto dell’ospedale di Trani ne avviò la chiusura partendo da quella reparto di Ostetricia e ginecologia. Palese, però, ha cercato di spiegare le scelte di ieri con il conforto dello scenario di oggi e delle prospettive future.

«Siamo in lotta per difendere il sistema sanitario nazionale - ha esordito -, il cui principio fondamentale è la difesa della salute del cittadino a prescindere della sua condizione sociale. Servono misure straordinarie da parte e norme derogatorie da parte del Governo. Per fortuna, il 70% degli emendamenti alla legge di bilancio riguardano la sanità e ci auguriamo che il sistema sanitario nazionale ne esca rafforzato».

Quanto alle chiusure di ieri, l’assessore regionale non si è sottratto alle domande di chi gli ha chiesto conto della ferita rimasta aperta a Trani: «Se avessimo mantenuto aperte tutte le ostetricie e ginecologie dell’epoca, oggi in quei reparti si giocherebbe a carte - è la battuta di Palese -, perché la denatalità è spaventosa e non nasce quasi più nessuno. Al contrario stiamo cercando di concentrare la sanità in strutture e servizi sempre più di eccellenza»,

Per Trani Palese conferma la previsione dell’ospedale di comunità, destinato a fornire prestazioni h24 con posti letto da 20 a 40. «E credetemi - ha aggiunto -, a quel punto cambierebbe davvero tutto e arriverebbero molti altri servizi rispetto a quelli già attivi».

Il sindaco, Amedeo Bottaro, ha preso atto degli impegni assunti in pubblico da Palese rivolgendogli parole di apprezzamento e fiducia: «Il Pta va implementato a cominciare dalla precisa definizione del suo impianto giuridico - ha chiarito a sua volta il primo cittadino -. Abbiamo bisogno di certezze che vadano anche oltre il mandato dell’assessore Palese: noi ci crediamo ancora, ma serve davvero un salto di qualità».

«DINFENDIAMO IL SISTEMA SANITARIO»

Anche il professor Lopalco, divenuto popolare durante il periodo della pandemia ma che continua a fornire contributi qualificati anche fuori dell’emergenza covid, ritiene che il sistema sanitario nazionale non sia più sostenibile. «L’Italia è l’unico paese a portarlo avanti così - spiega - e dobbiamo evitarne la privatizzazione. Come? Partendo da una lotta sempre più serrata all’evasione fiscale: basterebbe quella per recuperare almeno la metà del fabbisogno ed abbattere le liste di attesa. Inoltre, togliendo prestazioni improprie dagli ospedali e trasferendole negli ospedali di comunità ed ambulatori di prossimità».

«IL PTA, FRA CERTEZZE E PROGETTI» Infine la voce della Asl Bt, rappresentata da Alessandro Scelzi: «A Trani c’è un work in progress di cui tutti gli operatori sono a conoscenza. Il nuovo direttore del distretto ne sta incanalando i servizi: l’Oculistica non era accreditata e adesso lo è; l’Oncologia era borderline e adesso si è consolidata; molti altri servizi si sono aggiunti, compreso il chirurgo vascolare. Da parte nostra c’è la massima volontà non solo di non chiudere il Pta di Trani, ma al contrario di implementarlo. Piuttosto, se dipendesse da me, preferirei che la Bat abbia un solo ospedale di secondo livello da 800 posti letto, in un’area baricentrica nei pressi dell’autostrada, evitando sprechi e chiudendo contestualmente tutte le ginecologie e ostetricie degli attuali ospedali».

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