Nella Bat

Canosa, la storia di Mirjeta: la malattia e quel permesso di soggiorno atteso da troppo tempo

Paolo Pinnelli

La richiesta alla Questura di Bari è stata inviata a gennaio

CANOSA - Un permesso di soggiorno atteso da quasi un anno. E questo nonostante la donna albanese che lo abbia richiesto sia regolarmente sposata da quattro anni con un suo connazionale che è “praticamente” italiano, regolarmente residente a Canosa da oltre vent’anni. Ma la donna, nonostante abbia urgente bisogno di assistenza e di cure mediche, attende da gennaio scorso la fatidica “carta” che le possa consentire di vivere la sua vita, pur tra mille ostacoli, con un minimo di tranquillità.

La storia è quella di Mirjeta Kurtaj. A fine novembre compirà 41 anni, ma da qualche anno ormai lotta contro alcuni valori ematici un po’ ballerini. Questa malattia le condiziona la vita non poco. Suo marito, Arturo, è in possesso da anni di un regolare permesso di soggiorno che rinnova regolarmente. Lavora da sempre ed è tranquillamente integrato nella cittadina ofantina. Ma le condizioni economiche “tranquille” della famiglia non bastano ad assicurare tranquillità alla giovane coppia albanese: da qualche tempo la salute di Mirjeta non è per nulla soddisfacente e un mese fa la donna è dovuta ricorrere al pronto soccorso dell’ospedale della vicina Cerignola a causa del peggioramento improvviso delle sue condizioni di salute.

La donna è stata naturalmente curata dai medici e sanitari ma quel permesso di soggiorno che non aveva - e che non arriva ancora - non le consente di essere curata adeguatamente, non potendo usufruire di quello che poi diventerebbe il suo medico di famiglia. Un medico che la segua nel decorso della malattia, le dia i consigli adeguati, volta per volta, la segua i nei suoi progressi e nei suoi sbalzi ematici: insomma la curi. Ma senza permesso di soggiorno non può sceglierlo, anzi non può averlo affatto.

Un inghippo burocratico che è fermo a Bari, all’ufficio immigrazioni della questura del capoluogo, dove la richiesta è arrivata esattamente l’11 gennaio del 2023 e dove si è recata per gli adempimenti preliminari “di rito” ben sei mesi dopo, il 12 giugno. Da allora è calato il silenzio più assoluto e sono trascorsi altri cinque lunghissimi mesi. E intanto le condizioni di salute di Mirjeta non sono del tutto soddisfacenti. La mancanza del permesso di soggiorno non semplifica la situazione, anzi la complica non poco. Possibile che la burocrazia debba continuare a vincere?

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