viabilità e prevenzione
Trani, limite di 20 km orari sulla strada in cui perse la vita il giovane chef
L’ordinanza è stata emessa per motivi di sicurezza e pubblica incolumità
TRANI - Tutela della pubblica incolumità e sicurezza della circolazione: così, a Trani, si è battuto il record di velocità minima stabilita con ordinanza. Siamo in via Martiri di Palermo e nelle confluenti vicinale San Martino e via Verdi: qui il dirigente e comandante della Polizia locale, Leonardo Cuocci Martorano, ha istituito il limite di velocità di 20 chilometri orari per tutte le categorie di veicoli.
In particolare, per via Verdi e vicinale San Martino, nel tratto compreso fra via Pugliese e via Martiri di Palermo. Per via Martiri di Palermo, nel tratto compreso fra via Primo Capirro e rotatoria di via Pozzopiano. L’ordinanza annulla ogni precedente provvedimento in contrasto con la stessa, e quindi anche il limite di velocità fino a ieri vigente, come da segnaletica, di 30 chilometri orari.
L’ulteriore riduzione dello stesso è legato al fatto che, «nei tratti di strada in oggetto - si legge nei provvedimento - è stato accertato che la superficie della carreggiata è deformata a causa delle radici arboree che deformano il manto stradale rendendone così non sicura la circolazione». Inoltre l’ordinanza prende atto delle «ripetute segnalazioni giunte al Comando della polizia locale, con cui si documentano criticità proprio a causa delle deformazioni della sede stradale».
Va da sé che avere abbassato un limite di velocità da 30 a 20 all’ora, a causa dello stato deformato della sede stradale, sembra indicare che il sollevamento del manto bituminoso in molti punti della stessa strada sia così evidente da porre a rischio la sicurezza della circolazione anche marciando a soli 30 chilometri all’ora.
E questo persino a dispetto del fatto che, su quella strada, sono stati recentemente installati dei dissuasori di velocità costituiti da attraversamenti pedonali su dossi, con l’obiettivo di indurre ulteriormente i conducenti dei veicoli a sollevare il piede dall’acceleratore.
Via Martiri di Palermo è il cosiddetto «stradone» di Capirro, utilizzato da tantissimi utenti che giungono a Trani dalla Strada provinciale 12 (provenienza Corato) percorrendola per intero dall’incrocio semaforico di via Duchessa d’Andria. Vi sono poi coloro che la utilizzano da e verso la Strada statale 16 bis, con riferimento allo svincolo Trani Sud-Capirro. E poi tanti che da lì si muovo da e verso le vicinali carrara delle Monache e Moschetto, in direzione rispettivamente di Bisceglie e Corato. Di fatto è una strada massicciamente trafficata a tutte le ore del giorno e della notte, e non soltanto da autovetture, ma anche mezzi di maggiori dimensioni, nonché cicli e motocicli.
Nelle intenzioni sarebbe dovuto essere un corso di campagna al servizio delle sempre più numerose ville e villette a schiera che si sono realizzate negli ultimi vent’anni affacciate su esso, grazie all’enorme sviluppo urbanistico del quartiere. Ma proprio questo, insieme con l’ubicazione strategica rispetto alle grandi vie di comunicazione, rende oggi quella strada assolutamente centrale e strategica proprio in qualità di arteria di collegamento all’interno del sistema della viabilità.
L’ordinanza, che reca la data di domenica 9 luglio 2023, arriva a poche ore dall’incidente probatorio che oggi, martedì 11 luglio, si terrà presso l’aula Gip Antonio Lo Vecchio del Tribunale di Trani con riferimento al procedimento penale scaturito dalla morte dello chef Raffaele Casale, caduto fatalmente in moto proprio in via Martiri di Palermo il 16 agosto 2017.
Come è noto l’inchiesta, per due volte oggetto di richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero, è stata invece altrettante volte riaperta e adesso vede iscritte nel registro degli indagati cinque persone (un’automobilista e quattro profili tutti riconducibili alla pubblica amministrazione) per concorso in omicidio stradale, ferma restando la necessità di accertarne le eventuali responsabilità proprio all’esito dell’incidente probatorio.
Il Gip, chiedendo ed ottenendo l’incidente probatorio, ha scritto testualmente che «si reputa indispensabile disporre una consulenza, pure di carattere collegiale, al fine di scandagliare non solo lo stato dei luoghi al momento della verificazione dell’evento in questione mediante la disanima puntuale specifica di quanto documentalmente riproducente lo stesso, ma anche le intervenute modifiche occorse nel tempo - persino sotto il profilo della tempistica - con riferimento al manto stradale, all’illuminazione della zona, alla pista ciclabile ed alla segnaletica stradale, trattandosi di profili tutti strettamente connessi fra loro».