la novità
Trani, presto in gara la darsena comunale
Il provvedimento dovrà essere adottato in applicazione della direttiva Bolkestein
TRANI - «L’Unione europea è stata categorica applicando la Bolkestein, il Consiglio di Stato ha sancito in maniera inequivocabile che le proroghe non sono più consentite e la RegionePuglia si è adeguata. Il problema è che adesso il cerino resta in mano a noi sindaci». Così il primo cittadino di Trani, Amedeo Bottaro, commentando l’imminente grana delle concessioni demaniali marittime che andranno tutte a scadenza il 31 dicembre 2023. Saranno moltissime e si tratterà di tutte quelle che, per decenni, si sono rinnovate con continue proroghe, persino attraverso generazioni familiari.
Oggi, però, si profila un quasi totale azzeramento in vista di nuovi affidamenti, salvo quelli con scadenze più avanti nei prossimi anni. Numerosi e diversissimi fra loro i casi di cui, di volta in volta, ci si dovrà occupare. Ma quello più evidente e, se vogliamo, anche clamoroso, è lo specchio d’acqua del porto di Trani (nella foto di Ippolito Vania) nel quale ha sede la darsena comunale.
Il Comune ne detiene la concessione dal 1985, ma il 31 dicembre 2023 la perderà e si andrà a gara. Il Comune non ha la personalità giuridica per parteciparvi e non l’hanno neanche le sue due società partecipate, Amiu ed Amet. Quest’ultima, in darsena, svolge il servizio di assistenza ai diportisti, ma dipendendo dal Comune proprio in qualità di concessionario e quindi destinato: anche il servizio di Amet, pertanto, scadrà a fine anno. Inevitabile quindi, che il porto turistico diventi appannaggio di privati che potranno investirvi per un congruo numero di anni.
Ed «investimento» è stata la parola chiave nel corso del consiglio comunale dell’altra sera, in cui l’assemblea elettiva ha approvato senza scossoni il rendiconto 2022 con 19 voti favorevoli, 4 astenuti e 7 contrari, prendendo atto di un risultato di amministrazione di 68 milioni, già impegnati fra crediti di dubbia esigibilità e fondi vincolati.
Ebbene, quando si è parlato di turismo i riflettori si sono accesi proprio sulla darsena grazie ad un intervento, molto circostanziato, del capogruppo di Forza Italia Pasquale De Toma. Questi ha posto in risalto quanto, allo stato, i pontili, i bagni ed altri servizi del porto turistico presentino criticità anche molto gravi e tutt’altro che in sintonia con una città turistica come Trani, peraltro a breve distanza dall’inizio di un’estate ormai alle porte.
De Toma ha anche fatto notare che «la barca più importante ospitata nel porto di Trani, quest’anno, non può neanche essere attraccata ai ponti della darsena poiché le catenarie non sono più salde, ed allora il facoltoso imprenditore che la possiede ha scelto di ormeggiarla al pontile del vicino distributore di carburante, con la conseguenza che il Comune di Trani perde 200 euro al giorno di introiti che fino all’anno scorso aveva».
Bottaro ha preso atto con amarezza dei dati oggettivi denunciati da De Toma, ma a sua volta ha chiarito che «investire oggi in interventi strutturali particolarmente costosi, sapendo che alla fine dell’anno la concessione la perderemo, non avrebbe alcun senso dal punto di vista della corretta gestione dei soldi pubblici. Anche perché - ha aggiunto il sindaco -, se è vero che l’utenza del porto turistico potrebbe giustamente lamentarsi di tale criticità, tanti altri cittadini a loro volta potrebbero dolersi del fatto che spenderemmo soldi per la darsena praticamente a vuoto. Saremmo folli se servissimo la darsena sul piatto d’argento ad un qualsiasi soggetto che subentrerà dopo di noi. Sarà compito suo, al limite, fare una ricognizione dello stato dei luoghi, valutare la partecipazione al bando ed eventualmente rimuovere, se vorrà, tutti i pontili ormai vetusti, cambiarne la disposizione e fare tutto quello che ritenga più opportuno per valorizzare il suo investimento e quindi il porto».
Quello di cui in realtà Bottaro è più preoccupato è il fatto che le concessioni demaniali marittime scadranno tutte contemporaneamente, senza offrire il tempo agli uffici di organizzarsi adeguatamente: «Siamo già oberati con i tempi stringenti del Pnnr - ricorda - e non posso neanche dimenticare il fatto che, da quando sono sindaco, per sole quattro concessioni demaniali balneari abbiamo dovuto faticare non poco per riuscire a chiudere con successo quei procedimenti. Va da sé che bandire gare per decine di concessioni demaniali marittime, tutte insieme, potrebbe metterci con le spalle al muro ed è questo il vero rischio che sto continuando a segnalare agli uffici regionali, affinché ci aiutino a non restare soli».