Il processo
Barletta, per l'omicidio di Michele Cilli chiesti 26 anni di carcere
Rischiano rispettivamente 20 e sei anni di carcere Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borracino, accusati il primo di omicidio volontario e il secondo di concorso in occultamento di cadavere in relazione alla scomparsa del 24enne Michele Cilli. Di Cilli si sono perse le tracce la notte fra il 15 e il 16 gennaio scorsi
BARLETTA - Rischiano rispettivamente 20 e sei anni di carcere i 34enni di Barletta Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borracino, accusati il primo di omicidio volontario e il secondo di concorso in occultamento di cadavere in relazione alla scomparsa del 24enne Michele Cilli.
Ieri mattina si è aperto il processo con rito abbreviato innanzi al gup del Tribunale di Trani Ivan Barlafante, nel corso della quale il pubblico ministero Francesco Aiello, al termine di una lunga requisitoria, ha formulato le richieste di condanna. I due imputati sono stati tradotti dal carcere di Lecce, dove si trovano detenuti.
Poco prima dell’inizio dell’udienza, qualcuno ha affisso nei pressi del carcere uno striscione con su scritto “Innocenti”. «Mio figlio è innocente - è stato lo sfogo della mamma di Borracino, - per ritenere qualcuno responsabile di omicidio ci vogliono le prove, non si possono tenere due innocenti in carcere. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Vogliamo che sia fatta giustizia e che finalmente venga ristabilita la verità».
Di Cilli si sono perse le tracce la notte fra il 15 e il 16 gennaio scorsi. Il ragazzo aveva trascorso la serata con alcuni amici in un bar per poi allontanarsi a bordo di un’auto guidata da Sarcina. Gli inquirenti ne hanno ricostruito dettagliatamente il tragitto attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate lungo le strade. Sarcina era tornato poco dopo in quel bar senza Cilli. Poi la polizia di Barletta e gli agenti della squadra mobile hanno seguito gli spostamenti delle auto coinvolte, ricostruiti attraverso i loro segnali gps e le celle telefoniche agganciate dai telefoni che, nei giorni successivi, avrebbero portato la polizia a trovare quelli che vengono ritenuti essere gli abiti di Borraccino, abbandonati sulle sponde dell’Ofanto, portati lì da un’altra persona e con una terza autovettura, e gli occhiali di Cilli, nei pressi di Montaltino.
Fra i due, secondo l’accusa, vi erano «pregressi dissapori». Sarcina e Borraccino furono arrestati il 22 marzo scorso. Pare che il presunto killer tre anni prima avesse minacciato Cilli di morte.
In occasione degli interrogatori di garanzia, Sarcina si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre Borracino si è proclamato innocente. È chiaro che si tratta di un processo indiziario, in cui lo scontro fra accusa e difesa è sempre stato particolarmente acceso, pur sempre nel rispetto dei ruoli.
Dopo il pm ha preso la parola l’avvocato della famiglia Cilli, Michele Cocchiarole, e poi è toccato ai difensori dei due imputati, gli avvocati Francesco Di Marzio, Nico Mastrapasqua e Renato Borzone. L’udienza è proseguita fino a tarda sera, per questo il giudice ha disposto un rinvio al prossimo 30 marzo per eventuali repliche e per la lettura della sentenza.