il caso
Barletta, questione rifiuti: persi 11 milioni di euro
Caracciolo (Pd): «In atto la revoca del finanziamento per l’impianto di via Andria»
BARLETTA - Tempo scaduto e col tempo anche la possibilità di ottimizzare e aggiungere un tassello importante al ciclo dei rifiuti nel territorio della Bat e a Barletta. La notizia della perdita del finanziamento di circa 11 milioni, nell’ambito di fondi messi a disposizione dal Piano operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale 2007/2013 e dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, destinati alla realizzazione, fra gli altri, di un impianto complesso di selezione meccanica e recupero delle frazioni secche di raccolta differenziata in città, l’ha data il consigliere regionale e comunale del Partito Democratico Filippo Caracciolo, durante la seduta monotematica dell’assise cittadina del primo settembre, dedicata all’acquisto, all’asta, di un opificio da destinare a sede della Barletta servizi ambientali, da parte della stessa società (totalmente partecipata dal Comune di Barletta), che si occupa dei servizi ambientali in città.
L’argomento è riaffiorato dopo circa due anni di silenzio, nell’ambito della discussione in Consiglio sulla opportunità di andare ad acquistare un immobile privato ove ubicare sede e logistica di Bar.s.a. nonostante vi sia un indirizzo politico dell’amministrazione comunale, sin dal 2018 (ma anche prima), a realizzarla su suolo pubblico, di proprietà del comune. Tale discussione ha trascinato con sé e ha fatto riemergere la vicenda, sospesa fino a un giorno fa, di quell’impianto, con Caracciolo che dai banchi dell’opposizione ha annunciato: “È in atto la revoca del finanziamento per l’impianto di via Andria”.
La nota della regione Puglia all’Ager, quale soggetto attuatore del piano regionale dei rifiuti, è di agosto scorso e al comune non al comune di Barletta non sarebbe ancora giunta alcuna notifica.
“Quel finanziamento è irrecuperabile”, riferisce il consigliere Caracciolo. “Ora – afferma – all’Amministrazione comunale non resta che chiedere con urgenza un incontro perché quegli interventi non sono più attuabili. Non basta vincere le campagne elettorali, bisogna poi dimostrare di avere le competenze per governare. Questo, con quello del centro comunale di raccolta, è un ulteriore finanziamento perso dal comune di Barletta e anche una preziosa occasione per i cittadini che si impegnano nella raccolta differenziata ogni giorno”.
Nel 2018, la Regione Puglia, aveva già prorogato la scadenza per la realizzazione dell’impianto, fissandola al 31 dicembre 2019. Una scadenza che, già allora, appariva impossibile da rispettare, visto che solo un anno prima, il 10 dicembre 2018, il Consiglio comunale, prendendo atto di una delibera di giunta dell’ottobre dello stesso anno, scriveva l’ultima parola circa la localizzazione del sito, in via Andria, a ridosso della statale 170 e, ad aprile 2019, con decreto del direttore generale dell’Ager, Gianfranco Grandaliano, si dava il via alla procedura per l’affidamento della progettazione.
Sull’argomento, da allora in poi, solo un paio di interrogazioni in Consiglio comunale e poi la doccia (semi) fredda del primo settembre con la notizia della revoca del finanziamento, ma c’era da aspettarselo.
Su un altro fronte l’intervento di Rosa Tupputi, consigliera comunale (ConBarletta): “Ricordo, per quanto riguarda Barsa, e mi auguro lo ricordino anche giunta e consiglieri di maggioranza, che il 30 novembre scade il contratto di affidamento in house alla Barsa di servizi fondamentali come la manutenzione al verde, la pubblica illuminazione, manutenzione della segnaletica stradale gestione dei parcheggi e soste a pagamento e ad oggi Cannito e i suoi non hanno ancora avviato alcun tavolo di discussione. Non è la prima volta che a pochi giorni dalla scadenza del contratto con la global si navighi in alto mare, con la differenza che in questo caso non si tratta di un semplice rinnovo di affidamento lavori ma bisogna mettere mano alla stesura di nuovi disciplinari, procedura delicata e complessa che merita il dovuto tempo e la dovuta attenzione. Considerati i precedenti, la continua instabilità decisionale da parte dell’amministrazione comunale potrebbe incidere negativamente anche sulle pratiche del contratto triennale facility management”.