Nella Bat

Barletta : il ricordo del povero Ahmed tra solidarietà e degrado

Giuseppe Dimiccoli

Un momento di riflessione organizzato dai volontari dell’ambulatorio popolare all’ex stazione della teleferica a Ponente, un luogo dimenticato dove persero la vita nel 2021 il cittadino marocchino, ricordato in una targa, e nel 2014 un suo connazionale

BARLETTA - «In ricordo di una persona da non dimenticare Saki Ahmed Khzazra (Marocco) 01 -01 1974 // Barletta 15 - 02 - 21». È questo il testo che è riportato su una targa che è stata posizionata sul muro della ex stazione della teleferica - in realtà ora un rudere - lungo la litoranea di Ponente, a Barletta.


Un luogo che, proprio la Gazzetta, a febbraio del 2021 aveva denominato «casa della morte».

A buona ragione. Se si considera che tra quelle mura di infinito degrado era morto oltre ad Ahmed Saki, cittadino marocchino di 47 anni, anche - nel 2014 - Dris N’Barki, 55 anni, anche lui proveniente dal Marocco.

Eppure, nonostante quei due decessi quel luogo versa, ancora, in un pessimo stato. Quasi indescrivibile. Nulla è cambiato. Anzi tutto è peggiorato. In realtà furono murate finestre e porte. Ma solo quello. Poi null’altro. Quel cemento deve aver avuto una funzione anestetizzante nei confronti della autorità che dovrebbero provvedere a controllare quello che accade. Nonostante quel cemento. L’opera, progettata e realizzata nel 1955 dall’ex Amministrazione dei Monopoli di Stato al fine di velocizzare il trasporto dalla vicina città di Margherita di Savoia al porto di Barletta di 175 tonnellate di sale all’ora attraverso i piloni posti sui 13 km di distanza, fu dismessa nel 1981 a causa delle notevoli spese di manutenzione che indussero a privilegiare il trasporto su gomma.

Al fine di «non far dimenticare» proprio a cura dell’Ambulatorio popolare di Barletta oggi alle 10 ci sarà una manifestazione di solidarietà per Ahmed. «Era un bracciante agricolo di origine africana, uno dei tantissimi che anche a Barletta, per pochi euro e al nero, lavorano nelle campagne degli italiani in condizioni di gravissimo sfruttamento imposte loro dai proprietari dei terreni e dai loro caporali», ha scritto Cosimo Matteucci, presidente dell’Ambulatorio.

Aggiunge: «Vorrei ricordare che la notte, per queste persone, si passa all’addiaccio, sotto qualche coperta o rifugiati in tenda, quando va bene. Le tende sono molto fatte di stracci o teloni di plastica tesi su aste in ferro o pali in legno: condizioni igieniche e sanitarie drammaticamente inesistenti, protezione dal freddo prossima allo zero».

Poi, con tristezza, precisa che: «Tende allestite nelle periferie, per non farsi vedere da nessuna e nessuno, nelle campagne o in spiaggia, o nella ex Cartiera di Barletta, o allo scalo merci della Stazione ferroviaria, o nel fabbricato dell’ex Anagrafe in Via Cialdini oppure in quello dell’ex Stazione teleferica di Barletta sulla Litoranea di ponente in cui Ahmed aveva deciso di rifugiarsi. Invisibile forse più di tutti gli altri, una tenda nemmeno l’aveva, si riposava adagiandosi su un muretto di cemento coprendosi con coperte che forse erano riuscite a riscaldarlo gli altri giorni: ma non il 15 febbraio 2021».

«Moriva così, moriva di freddo a Barletta, dopo che la pioggia incessante nei giorni precedenti aveva allagato tutto il fabbricato rendendo persino impossibile l’accensione di un focolare, l’unica fonte di riscaldamento per lui e tutti gli altri invisibili della ex Stazione teleferica di Barletta, e non solo. E questo si verifica ogni anno, si verifica sempre - ha proseguito -. Noi non vogliamo e non dobbiamo dimenticare Ahmed, noi non vogliamo e non dobbiamo dimenticare tutte le persone sfruttate, reiette ed emarginate».

La conclusione: «Chiamiamoci tutte e tutti presso il fabbricato della ex stazione delle teleferica di Barletta, per un evento commemorativo, partecipato con la comunità islamica cittadina, in ricordo di Saki e in solidarietà con tutte le persone che il sistema ha costretto ad una vita di stenti, di sfruttamento e di povertà, e che da quel sistema dovrebbero essere affrancate ed emancipate. Per Ahmed, in ricordo di una persona che non deve essere dimenticata. L’evento si terrà anche in caso di freddo e pioggia, perché nel freddo e con la pioggia lui è morto».

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