Il caso
Trani, pericolo di crollo: ecco i lavori a un edificio in via Ognissanti
Scattò 5 anni fa il primo provvedimento di chiusura temporanea
Trani - A distanza di cinque anni dal primo provvedimento di momentanea chiusura, emanato dal commissario straordinario Maria Rita Iaculli, con conseguente installazione di ponteggi sul prospetto dell’immobile, via Ognissanti e piazza Longobardi da alcuni gironi sono chiusi alla circolazione fino al 31 luglio, 24 ore su 24, per la messa in sicurezza dell’immobile al civico 6.
Lo stabile è composto di varie unità immobiliari di diversi proprietari, fra cui anche Comune di Trani (che ne detiene due) e Azienda di servizi alla persona Vittorio Emanuele II, proprietaria di una. Lungo l’edificio passa Il Fondaco dei Longobardi, che collega la piazza con il porto.
Lo stabile è disabitato, il fondaco chiuso e i pericoli di crollo, che già erano stati certificati cinque anni fa, adesso si sono accresciuti al punto da determinare l’avvio dei lavori.
La presenza di mezzi pesanti rende incompatibile la circolazione automobilistica e pertanto, adesso, per raggiungere piazza Longobardi sarà necessario un giro particolarmente complesso con gli ultimi passaggi da via Mario Pagano e via Annunziata.
Protestano gli esercenti della piazza, che si stavano faticosamente rimettendo in moto dopo il lockdown, ma il rischio che un palazzo crollasse all’improvviso sembra decisamente superiore alle pur legittime lamentele degli operatori economici.
Quando il 19 aprile 2015 ci fu la prima, provvisoria chiusura di strada e piazza, fu accertato lo «stato di collasso strutturale dell’immobile e conseguente pericolo di potenziale crollo, nonché pericolo per la pubblica incolumità».
L’edificio, già parzialmente messo in sicurezza con un robusto transennamento operato il 21 marzo 2014, l’anno successivo si mostrava ulteriormente compromesso, nonostante la presenza di ponteggi attraverso i quali un’impresa privata stava procedendo, sebbene a rilento, ai previsti interventi di ristrutturazione.
Il 1mo aprile 2015 il direttore dei lavori di ristrutturazione dello stabile, l’ingegner Domenico Paolo Serafino, pose l’Ufficio tecnico al corrente del pericolo incombente.
Lo stato fortemente critico dello stabile rende impraticabile il sottostante passaggio pedonale dal porto alla piazza, e viceversa.
Il problema del fondaco è la sintesi perfetta della burocrazia che si avvita su se stessa, soprattutto a causa dell’impossibilità, almeno fino ad oggi di trovare soluzioni condivise fra le proprietà: come detto, una parte appartiene ai privati, una al Comune ed una alla casa di riposo.
Quest’ultima, chiusa e ferma dal 2014, non ha più liquidità al punto che il Comune di Trani sta svolgendo la quota parte dei lavori, di competenza dell’Asp, attraverso lo strumento giuridico dell’esecuzione in danno potendo poi puntare al rilevare la proprietà di quella unità immobiliare.
Chiuso da anni, oggi il fondaco deve fare i conti, soprattutto, con i problemi di staticità di alcuni edifici. Infatti, uno di quelli che si affacciano su piazza Longobardi è a rischio crollo tanto che, nel marzo 2014, il tratto di strada adiacente fu transennato su ordinanza del sindaco dell’epoca, Luigi Riserbato, a causa dell’oggettivo rischio di caduta di frammenti di cornicione e calcinacci.
A dicembre 2014 l’amministrazione Riserbato aveva annunciato la temporanea riapertura del fondaco per le feste natalizie, ma non se ne fece più nulla. A settembre 2016 la giunta Bottaro approvò un atto d’indirizzo per la sua concessione ad un operatore economico, affinché lo adibisse a luogo in cui realizzare una scuola di cucina di eccellenza, oltre attività didattiche, culturali e promozionali connesse alla valorizzazione del territorio e del fondaco stesso: nulla di fatto anche in questo caso.
Oggi l’unico dato di fatto è che il Comune intende alienare i due locali di sua proprietà in quello stabile, rispettivamente di 160 e 137 metri quadrati, ma non trova acquirenti. E adesso, anzi, si deve anche fare carico delle spese di messa in sicurezza urgente.