IL PROCESSO
Strage dei treni sulla Andria-Corato: «C’erano regole per il blocco»
Nuova udienza del dibattimento sulla procedura telefonica dei controlli
ANDRIA - Un processo «pendolare», così come pendolari erano le 23 vittime ed i 51 feriti dei 2 treni della Ferrotramviaria scontratisi, il 12 luglio 2016, nella tratta a binario unico Andria-Corato regolata dal vetusto sistema del blocco telefonico. Il dibattimento, ripreso ieri dopo il rinvio dell’udienza del 4 marzo a causa dell’emergenza coronavirus, è proseguito nell’auditorium della parrocchia Santa Maria Addolorata delle Croci di Andria col controesame di un teste citato dai pm Alessandro Donato Pesce e Marcello Catalano.
Si tratta della quarta «stazione» del processo. Partito nel palazzo di giustizia di Trani; ben presto trasferito nella palestra del carcere tranese per evitare assembramenti ancor prima di quelli imposti dal Covid-19; tornato, in inverno, nelle aule del tribunale per problemi all’impianto di climatizzazione del carcere e quando comunque la partecipazione del pubblico era diminuita; ed ora, per lavori di ristrutturazione della palestra carceraria, in transito nell’auditorium parrocchiale andriese al fine di garantire le misure di distanziamento: diversamente il processo sarebbe stato nuovamente destinato al rinvio.
L’udienza di ieri è stata dedicata soprattutto al controesame del sostituto commissario di polizia John Battista che si occupò di diversi atti d’indagine in collaborazione col Nucleo Operativo Incidenti Ferrioviari (Noif). Il teste dell’accusa è tornato a deporre (in videoconferenza) dopo che il 19 febbraio per 5 ore aveva risposto alle domande dei pm. Ieri la parola è passata, per il controesame, ai difensori dei 18 imputati (17 persone, tra cui i capistazione di Andria e Corato in servizio al momento del drammatico scontro frontale, e la Ferrotrmviaria Spa quale persona giuridica). La deposizione di Battista si è incentrata soprattutto sui «quasi incidenti» e cioè sulla ventina di casi sfiorati prima del disastro ferroviario di 4 estati fa.
Per i legali degli imputati il controesame si è rivelato «proficuo». Secondo l’avvocato Leonardo Iannone, difensore dell’ex amministratore delegato di Ferrotramviaria Enrico Maria Pasquini, è emerso che «i quasi incidenti non hanno riguardato gli incroci in regime di blocco telefonico» e che «c’erano le regole e tutti i dispositivi perché il blocco telefonico funzionasse. In realtà, un numero considerevole di persone ha violato il regolamento, non osservando le disposizioni impartite dall’Azienda, che avrebbero evitato il disastro». Supplite, invece, con l’acquisizione delle dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari, le previste testimonianze di 5 passeggeri dei 2 treni. Si torna in aula il primo luglio quando, dinanzi al Tribunale di Trani (in trasferta ad Andria) deporranno 2 consulenti della Procura.