il fenomeno
Andria, furti e prezzi bassi: agricoltori in ginocchio
Nel mirino le olive: le guardie hanno sventato l'ennesimo furto in contrada Martinelli
Solo l'intervento delle guardie campestri di Andria ha evitato l'ennesimo furto di olive in contrada Martinelli, alla periferia del centro abitato. La soglia di vigilanza è altissima, anche perché tanti imprenditori agricoli non hanno ancora effettuato la raccolta, in attesa del rialzo dei prezzi di vendita. Della situazione, ne approfittano i ladri seriali di olive, che nei giorni di festa operano con maggiore intensità. A contrastare, l'azione furtiva ci sono le guardie campestri di Andria. Una pattuglia automontata è intervenuta l'altra notte, mettendo in fuga un gruppo di malfattori che aveva già raccolto diversi sacchi di olive, e tante altre erano adagiate sui teli accuratamente stesi sotto gli alberi.
Doppia morsa, dunque, per gli agricoltori. Oltre al basso prezzo di vendita, continuano i raid nelle campagne. Il Comitato Liberi Agricoltori Andriesi nei giorni scorsi ha denunciato come gli olivicoltori pugliesi aspettino ancora indennizzo del riconoscimento dello stato di calamità delle gelate promesso dai politici che hanno indossato i gilet arancioni sui palchi di Bari e Roma. «Il maltempo degli ultimi giorni ha fatto perdere più del 20/30% del raccolto – ha ricordato Natale Zagaria, consigliere del comitato - mettendo davvero in ginocchio le aziende agricole che stanno ancora raccogliendo. Quest’annata sarà ricordata per aver prodotto un olio eccezionale e di qualità e senza difetti con un quantitativo mai fatto negli ultimi decenni. Vendere il nostro olio extravergine di oliva sotto i 3 euro è un suicidio per tutti quei produttori che hanno investito negli ultimi anni nel comparto olivicolo. Aziende al collasso che rischiano di chiudere i battenti a fine stagione. La politica assente dinanzi a tutto questo. Siamo costretti a raccogliere per non perdere il totale prodotto.
Detto questo, gli agricoltori vengono pure accusati di acquiescenza ovvero di malsana incapacità di reagire, di organizzarsi, di protestare. Un’accusa completamente ingiusta. Gli agricoltori tacciono perché lavorano. Lavorano così tanto che non hanno tempo per bastonare il mercato. Lavorano perché hanno più premura di rispettare gli impegni presi: le banche, la famiglia, la scuola per i figli, dare dignità alla loro vita e a quella dei loro cari. Essi, dopo un intero anno di lavoro (anzi due), desiderano raccogliere quello che è loro, nonostante il vento, le intemperie, la burocrazia, il prezzo. Abusare della loro pazienza, pertanto, diventa un crimine».