Corsa

Paolo, il maratoneta ipovedente di Barletta commuove Roma

Giuseppe Dimiccoli

Paolo Giannini, iscritto alla Barletta Sportiva affiliato alla Fispes, ha corso la sua decima maratona nella capitale insieme all'inseparabile amico Giovanni Paparella

«La fatica è una realtà inevitabile, mentre la possibilità di farcela o meno è a esclusiva discrezione di ogni individuo. Credo che queste parole riassumano alla perfezione la natura di quell’evento sportivo che si chiama maratona». Questa perfetta sintesi del grande ed insuperabile Haruki Murakami è la fotografia reale di cosa significa correre la maratona. Una gioia della vita, aggiunge il cronista. A conferire, però, un valore aggiunto in termini di straordinarietà - tanto per il gesto atletico quanto per l’esempio - l’impresa compiuta l’altro ieri a Roma dallo stacanovista della corsa Paolo Giannini, maratoneta ipovedente iscritto alla Barletta Sportiva affiliato alla Fispes. Gli applausi per lui tanti e sinceri. Paolo, 33 anni fisioterapista con studi a Firenze e in questa condizione dalla nascita, è un ragazzone che ispira fiducia. Quella di Roma è stata la decima maratona.

Ad accompagnarlo nelle strade della Capitale il suo inseparabile amico Giovanni Paparella che con grande altruismo e senso della amicizia lo ha guidato in questa avventura. «Correre è qualcosa che ti riempie il cuore e ti fa stare bene», ha raccontato al cronista accarezzando la sua medaglia tra le mani nel viaggio di ritorno da Roma a Barletta. Snocciolando il caleidoscopio dei 42 chilometri e 195 metri, ha aggiunto: «Roma ha un fascino molto particolare per le emozioni che si provano quando si corre sulla storia. L’entusiasmo della gente è meraviglioso e ascoltare gli incitamenti in varie lingue è fantastico». Poi un consiglio a chi è nella sua condizione: «Invito tutti ad appassionarsi alla corsa come momento di integrazione e di divertimento. Certo costa fatica ma nevale la pena. Dedico questa vittoria a me stesso, a Giovanni e a tutti coloro che mi vogliono bene». «Stare con Paolo è sempre un insegnamento di vita. A Roma aver condiviso i chilometri anche con Anna Lattanzio e Salvatore Paparella è stato indimenticabile». ha detto Giovanni. Un plauso è stato espresso dal presidente della società Enzo Cascella.

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