Basilicata, «Tutela del bosco Pantano, criticità nella gestione dei progetti»
Il consigliere Maiuri scrive a ministero dell’Ambiente e Ispra
I progetti di regimentazione delle acque del Canale 7, per impedire l’esondazione tra terreni agricoli e case coloniche in via San Giusto, con la rinaturalizzazione della Riserva naturale orientata di bosco Pantano a Policoro, potrebbero violare la direttiva comunitaria «Habitat» in termini procedurali e gestionali. È quanto si legge nella segnalazione inviata dal consigliere comunale e provinciale Giuseppe Maiuri, già delegato provinciale alla Tutela degli habitat e della biodiversità, al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), all’Ispra (Istituto superiore per la prevenzione ambientale), alla Commissione europea e all’Ispettorato per la Funzione pubblica. La segnalazione è stata inviata anche alla Regione Basilicata, alla Prefettura di Matera, alla Provincia, al Comune di Policoro e al Comando carabinieri forestali.
«Non avrei voluto arrivare a questo punto –spiega Maiuri– ma ogni percorso istituzionale intrapreso è stato boicottato. Ho chiesto più volte la convocazione della commissione Ambiente, che non si è mai riunita sul tema. Ho presentato un’interrogazione al sindaco Enrico Bianco senza ottenere risposta, oltre a una mozione in consiglio provinciale, dove per ben tre volte è mancato il numero legale. Non restava che rivolgersi alle autorità superiori per tutelare la legalità e la salvaguardia del nostro patrimonio naturale». Maiuri si riferisce al progetto «Interventi di mitigazione del rischio idraulico in corrispondenza del Canale 7», già oggetto di parere negativo da parte della Provincia, ente gestore della Riserva, e a quello riguardante «Azioni di conservazione e valorizzazione degli habitat acquatici e ripariali», approvato senza il coinvolgimento della Provincia prevedendo opere potenzialmente incompatibili con gli obiettivi di tutela del sito Natura 2000.
Secondo il consigliere Maiuri, la Valutazione di incidenza ambientale (VIncA) per il primo progetto si è formalmente conclusa, «ma liquidando senza entrare nel merito le osservazioni puntuali e tecnicamente fondate formulate dall’area Ambiente della Provincia - rimarca - Le criticità evidenziate comprendono l’immissione di acque non depurate, la realizzazione di impianti elettrici all’interno della Riserva, il rischio di alterazione degli habitat naturali e, non ultimo, l’utilizzo di aree private senza chiara titolarità o regolare acquisizione, una circostanza che potrebbe comportare ulteriori anomalie amministrative e procedurali. Il bosco Pantano è un patrimonio di valore europeo e ogni intervento deve rispettare la normativa comunitaria e il ruolo dell’ente gestore. Ho chiesto al ministero e alla Commissione europea di verificare la correttezza delle procedure, garantendo trasparenza, legalità e piena tutela della biodiversità». Il consigliere si è complimentato con il dirigente dell’area Ambiente della Provincia, Enrico Luigi De Capua, per il lavoro accurato e competente svolto nella valutazione della documentazione tecnica.