Industria
La mancanza di componenti ferma Stellantis a Melfi
Produzione sospesa oggi e domani nello stabilimento. E i sindacati sperano che Trump «ammorbidisca» i dazi
POTENZA - Produzione sospesa oggi e domani nello stabilimento Stellantis di Melfi. La causa è «la mancanza di componenti» come spiega la segretaria regionale Ugl metalmeccanici, Florence Costanzo. Un fermo inatteso che arriva a poco più di 24 ore prima dal balzo di Stellantis in avvio di seduta a Piazza Affari, spinto dalla possibile tregua sui dazi Usa per le auto annunciata dal presidente americano Donald Trump, e poi dal successivo scivolo – sempre a Piazza Affari – dopo l’assemblea degli azionisti. Nella piana di San Nicola di Melfi come in tutti gli altri stabilimenti lavoratori e sindacati guardano con attenzione ad una possibile tregua, anche se non nascondono che a pesare è soprattutto l’incertezza. Il filo della speranza, però, sembra allungarsi. D’altra parte, lo stesso presidente Elkann – durante l’assemblea dei soci - si è detto incoraggiato «da quanto indicato dal presidente Trump sulle tariffe per l’industria automobilistica». «Negli Stati Uniti, l’industria automobilistica è gravemente colpita dai dazi. Oltre al dazio del 25 per cento imposto sui veicoli, siamo colpiti da una serie di dazi aggiuntivi, tra cui quelli su alluminio, acciaio e componenti» chiarisce. E proprio la tregua preannunciata da Trump permette al titolo di registrare, due giorni fa, un buon recupero in Borsa. Ad essere incoraggiati dalle parole del presidente americano, però, sono anche i sindacati lucani. Come confermano le parole di Gerardo Evangelista, segretario regionale della Fim Cisl. «La notizia è positiva, ma attenzione: in questo momento il mercato risente delle incertezze e, già in una fase non favorevole, potrebbe subire ulteriori ripercussioni. Tuttavia, la dichiarazione rappresenta un segnale incoraggiante che offre un po’ di respiro e lascia intravedere una possibile evoluzione positiva» commenta il rappresentante sindacale che ricorda come sia «cresciuta la preoccupazione intorno a Stellantis a causa dei dazi, con possibili ripercussioni future anche sullo stabilimento di Melfi» considerato che «dall’altra parte dell’oceano, le minacce di nuovi dazi stanno alimentando l’incertezza del mercato, rendendolo più instabile e provocando una flessione nei volumi produttivi e nelle vendite».
Non è solo Evangelista, però, ad auspicare una tregua sui dazi. A farlo è anche il segretario regionale della Fismic Basilicata, Pasquale Capocasale che parla di «una cosa buona in attesa di trovare la giusta soluzione. L’Europa ha dazi al 10 per cento sulle auto americane. Il commissario europeo ha chiesto di azzerare reciprocamente i dazi. Congelarli in questo momento significa dare la giusta soluzione» aggiunge Capocasale. A ritenere la possibile tregua sui dazi un «piccolo segnale positivo» è anche la segretaria regionale della Fiom Cgil, Giorgia Calamita, che nello stesso tempo richiama il Governo italiano. «Certo è un piccolo segnale positivo in un periodo di crisi – sottolinea Calamita - ma non è sufficiente a risolvere il problema. Se non c’è la politica del governo che investa nel settore non ci salviamo». «Ci deve essere l’interessamento da parte del Governo italiano che deve mettere al tavolo le parti sociali ed il sistema delle imprese su una transizione che deve essere governata con nuovi strumenti come la riduzioni degli orari di lavoro, l’aumento dei salari e gli investimenti sull’innovazione» conclude la segretaria dei metalmeccanici, confermano la necessità di un impegno su più livelli.