politica
Bonifica dei siti inquinati in Basilicata: approvato il piano regionale
Dopo l’ok della giunta si attende quello del Consiglio
Recuperare spazi di territorio restituendolo ad altre possibilità d’uso e nel contempo prevedere anche risultati migliorativi sulle matrici naturalistiche e sulla biodiversità. C’è questo dietro il capitolo sulla bonifica dei siti inquinati contenuto nell’aggiornamento del Piano regionale per la gestione dei rifiuti che è stato approvato dalla Giunta regionale nei giorni scorsi. Una analisi che, da un lato, mette in luce le criticità registrate siano ad oggi nelle diverse fasi della procedura e dell’altro specifica quelli che sono gli obiettivi futuri.
“L’attuale revisione del Piano identifica alcune criticità ereditate da programmazioni precedenti, che richiedono un’analisi approfondita e l’implementazione di azioni specifiche per affrontarle con successo” viene sottolineato nel dossier allegato alla delibera regionale, mettendo in luce come “queste criticità riguardino diversi aspetti, tra cui la gestione delle informazioni, la complessità dei procedimenti, l’evoluzione normativa e le specificità del territorio” e come siano fondamentali una “pianificazione attenta e il coinvolgimento di tutti per garantire un efficace superamento delle sfide e per promuovere una gestione sostenibile delle aree interessate”.
In particolare, il Piano di bonifica dei siti inquinati parte da un aggiornamento normativo e prevede, tra le altre cose, un ordine di priorità degli interventi basato sulla valutazione del rischio elaborato dall’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale e modalità di “interventi di bonifica e risanamento ambientale, che privilegino prioritariamente l’impiego di materiali provenienti da attività di recupero di rifiuti urbani”. Nel caso dei sin lucani, però, una problematica sotto attenzione riguarda le procedure, per le quali appare necessaria una semplificazione. “Il territorio regionale è interessato dalla presenza del sito di interesse nazionale di Tito e del sito della Val Basento – viene evidenziato nel provvedimento - in cui da circa dieci anni si riscontrano delle criticità, connesse alla frammentazione delle procedure che determina l’estrema lentezza dei procedimenti di competenza ministeriale tanto da incidere sullo sviluppo del territorio in corrispondenza di aree fortemente infrastrutturali. Tali criticità possono superarsi avvalendosi della possibilità una loro riperimetrazione o svincolo delle risultanti esenti da contaminazioni. Il trasferimento alla competenza regionale richiede, però, azioni di accompagnamento volte ad evitare l’ulteriore ingolfamento procedimentale. Le aree ancora soggette all’obbligo di caratterizzazione sono così numerose da richiedere misure incentivanti nel rispetto del principio chi inquina paga”. Insomma, indicazioni ed interventi ben definiti per arrivare alla risoluzione di situazioni di rischio. Limitando la compromissione della matrice e consentendo il recupero di porzioni di territorio. Il piano approvato in Giunta – per avere l’ok definitivo – dovrà avere il via libera dal Consiglio regionale.