energia rinnovabile
Eolico selvaggio, in Basilicata nuove regole dalla Regione: stop all’utilizzo in aree industriali
Un disciplinare della Regione mette i paletti alla costruzione di impianti per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili nelle aree destinate ad attività produttive
Favorire i nuovi insediamenti industriali e la relativa occupazione, limitando il fotovoltaico e l’eolico “selvaggio” e l’eccessivo uso dei lotti delle aree industriali per questo uso. La Regione mette i paletti alla costruzione di impianti per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili nelle aree destinate ad attività produttive. E lo fa con un disciplinare - approvato dalla Giunta regionale nei giorni scorsi - che definisce i criteri per nuove installazione ed ampliamenti nelle zone industriali che hanno ottenuto il riconoscimento di aree di crisi complessa dal Governo Meloni. Come nel caso di San Nicola di Melfi con Stellantis e le aziende dell’indotto.
La crisi occupazione che ha colpito il comparto dell’automotive e la necessità di attrarre nuovi investimenti in grado di dare lavoro proprio nei territori coinvolti (il riconoscimento di area di crisi complessa riguarda 49 comuni) potrebbero scontrarsi con una eccessiva mole di richieste di costruzione di impianti per la produzione di energie rinnovabili. Con la conseguenza di sottrarre i lotti industriali oggi liberi a nuove attività imprenditoriali che volessero insediarsi. Di qui, la decisione di regolamentare la materia e di definire criteri precisi sia per i nuovi insediamenti sia per la modifica di quelli esistenti.
“Nelle aree produttive è necessario disciplinare l’uso lotti edificabili esistenti, nonché di quelli liberi, delle aree a verde e di quelle destinate al soddisfacimento dei parametri urbanistici - viene sottolineato nel disciplinare definito dalla società Api Bas - al fine di contemperare l’interesse privato di presentare progetti di costruzione di impianti per lo sfruttamento di fonti rinnovabili con l’interesse pubblico, rafforzato dalla dichiarazione di area di crisi complesse, di non sottrarre spazi utili per insediamenti in settori che prevedano la salvaguardia o un incremento più che significativo dei livelli occupazionali”. Insomma, l’obiettivo è favorire l’insediamento nei lotti liberi dell’area industriale di nuovi imprese e di relativa nuova occupazione rispetto alla costruzione di impianti da fonti rinnovabili.
Così secondo le nuove regole, nelle aree industriali gestite da Api Bas, sarà possibile installare nuovi impianti o potenziare quelli esistenti ma non superando una variazione dell’area occupata del 20 per cento (per gli impianti fotovoltaici le nuove installazioni saranno possibili solo all’interno di lotti produttivi già occupati). Inoltre, tutte le nuove edificazioni dovranno dotarsi di impianti di energia da fonti rinnovabili da destinare prevalentemente all’autoconsumo mentre nelle zone pubbliche delle aree industriali si potranno realizzare pensiline fotovoltaiche, alberi solari e barriere acustiche. Infine, sempre secondo il disciplinare, nella zona industriale di San Nicola di Melfi sarà possibile anche la creazione di comunità energetiche. Insomma, criteri definiti per razionalizzare la costruzione di impianti da fonti rinnovabili e nello stesso tempo favorire l’insediamento di nuove aziende nell’area industriale più importante del territorio lucano, quella dove - come viene specificato anche nell’Accordo di programma sulla crisi complessa siglato al Ministero nelle scorse settimane -è “localizzato il più rilevante settore di specializzazione manifatturiera della Basilicata”.