sanità
Basilicata, dai soldi all’assistenza tutti i dettagli del Piano per i non autosufficienti
Via libera della Giunta regionale al riparto del fondo destinato alle persona ed a chi le assiste. L’obiettivo è l’inclusione
Includere e sostenere. Includere con un approccio multidisciplinare e sostenere anche economicamente le persone ed i familiari che li assistono.
È un progetto articolato quello che riguarda il Piano nazionale per la non autosufficienza ed il relativo fondo. Un piano la cui ripartizione ha avuto il via libera dalla Giunta regionale con una delibera approvata nei giorni scorsi. In particolare, nel documento regionale viene dato l’ok all’adozione del Piano nazionale per l’autosufficienza per il triennio 2022 - 2024 ed al proseguimento del riconoscimento del lavoro di cura dei caregiver ai malati di Sla attraverso contributi economici, della misura per il supporto delle persone in stato vegetativo o di minima coscienza con trasferimenti di fondi per l’acquisto di servizi di cura ed assistenza domiciliare e della misura per la concessione di contributi ai nuclei familiari con persone con disabilità gravissima.
«Le politiche di intervento a favore delle persone non autosufficienti o disabili necessitano di un approccio tendente ad una dimensione inclusiva, di condivisione delle scelte e dei percorsi di vita» viene evidenziato nei documenti allegati alla delibera. «La promozione di percorsi integrati di presa in carico della persona e dei suoi bisogni passa obbligatoriamente da una valutazione multidimensionale che porterà alla disposizione di un progetto individualizzato che comprenderà obiettivi, interventi, tempi e risorse». E le valutazioni rientreranno nei Piani intercomunali dei servizi sociali e socio sanitari. «L’Unità di valutazione multidimensionale, sarà l’organismo operativo ed una vera “antenna sul territorio” della equipe multidisciplinare la quale, in base alla valutazione deciderà e pianificherà gli interventi da sviluppare sulla persona» continua il dossier allegato alla delibera, evidenziando che le unità saranno presenti in ogni ambito socio territoriale garantendo «l’integrazione della rete dei servizi sanitari, socio- sanitari e socio-assistenziali».
Insomma, l’unità che sarà composta da medici, psicologi, assistenti sociali e personale sanitario valuterà le condizioni della persona puntando ad un miglioramento della qualità di vita. «L’approccio mira a predisporre, insieme alla persona in condizione di disabilità e alla sua famiglia, le azioni atte a favorirne la massima partecipazione alla vita sociale, economica e culturale, prevedendo le risorse adeguate organizzate in progetto individualizzato» conclude ancora il documento.