Il focus
Turismo, pochi lucani e non qualificati: «Importiamo stagionali da altre regioni»
Il grido d’allarme degli operatori: non ci sono richieste, situazione critica a Maratea e Matera
POTENZA - A momenti non resta che invocare il Cristo Redentore che con l’imponente statua domina la vista sul suggestivo Golfo di Policastro.
Maratea, perla del Tirreno, oltre ad accogliere tantissimi turisti è ora costretta ad importare anche forza lavoro per fronteggiare la carenza di personale nel settore turistico alberghiero. Una tendenza negativa che condivide tra le altre località, con la porta del turismo lucano, Matera. La città dei Sassi dopo il il bagno di folla di Matera 2019 ed il tempo sospeso del Covid sta giocoforza ridisegnando le strategie nel segmento dell’accoglienza turistica.
Ma torniamo sulla sponda tirrenica. «Il problema è presto detto - sbotta Biagio Salerno, presidente del Consorzio Albergatori di Maratea. Non si tratta di stipendi bassi ma della mancanza di richiesta di lavoro. Una carenza non soltanto quantitativa ma anche qualitativa. «C’è chi si spaccia per aiuto cuoco ma poi messo alla prova non si dimostra all’altezza. Molti dipendenti, inoltre, non rispettano i contratti e vanno via senza alcun preavviso. Ma quello della carenza di personale è un problema che si riscontra dappertutto come mi riferiscono alcuni colleghi che hanno attività in Svizzera e Germania. I giovani hanno sempre la testa china sul cellulare. Ci sarebbe poi la necessità di procedere ad una riforma degli istituti tecnico alberghieri. I giovani hanno bisogno di fare esperienza nelle aziende e i datori di lavoro devono offrite tutti i diritti e le tutele». In molte strutture ricettive lucane il personale proviene da fuori regione. «Nella mia struttura - dice Salerno - i lucani sono pochi. Noi garantiamo vitto, alloggio e contratto a tempo determinato. Credo . conclude il presidente Salerno - che la meritocrazia debba essere il punto di riferimento. Chi è valido deve andare avanti»
«Siamo in grande difficoltà per la carenza di personale soprattutto per l'inizio della stagione estiva". Luca Mangiapia, presidente dell’Associazione Ristoratori Matera e titolare di un ristorante pizzeria in via Fiorentini nei Rioni Sassi, non nasconde la propria preoccupazione per un fenomeno che, a partire dal periodo del Covid, sembra inarrestabile. Il periodo post pandemia avrebbe fatto prefigurare un cambio di scenario ma così non è stato. Emerge la difficoltà oggettiva di numerose strutture di poter programmare al meglio la propria stagione. «Ci manca sia il personale di sala e di cucina che il personale al bar. Durante l'inverno il carico di lavoro è ridotto ma il problema è per l'estate c'è. Ci sono addirittura attività che hanno difficoltà ad aprire perché non hanno personale. Direi che il problema è molto serio». Fino a qualche anno fa erano i giovani a bussare alla porta dei ristoranti e dei bar e proporsi per poter fare una stagione. Adesso il paradigma è totalmente cambiato. «Ormai vige la regola del passaparola tra noi: "Hai un lavapiatti", "Mi serve una persona in sala". Una tendenza confermata dai cartelli in bella evidenza davanti alle vetrine dei locali con la scritta "Cercasi personale"». La città del turismo, dunque, resta in forte affanno sul fronte della forza lavoro nel settore turistico-alberghiero nell'alta stagione. A Matera fino a qualche anno fa era significativa anche la presenza di figure specializzate come chef o maitre di sala provenienti da altre città. In alcuni casi alcune figure come i camerieri hanno optato per altre occupazioni in edilizia o nel commercio. Sul banco degli imputati anche il raccordo tra il mondo della scuola e della formazione e quello del lavoro che non sembrerebbe sortire l'effetto sperato in termini di sbocchi occupazionali. «Fino a qualche anno fa - dice Mangiapia - c'erano tanti ragazzi desiderosi di lavorare durante la stagione estiva, alcuni dei quali magari erano giovani universitari. Quest'anno non si è presentato nessuno a chiedere se ci fosse una opportunità di lavoro ma credo che il trend sia nazionale. A mio avviso su questo hanno influito le misure di sostegno economico pubbliche ed anche il Covid che ha portato molte persone ad orientarsi in altri settori perché in quel periodo gli ammortizzatori sociali per chi operava nel settore della ristorazione erano ritenute inadeguate». Eppure molti giovani denunciano contratti capestro oppure vincolati a turni massacranti rispetto a quanto percepito. Cosa c'è di vero rispetto a questo? «A Matera ritengo che questo aspetto sia molto molto raro perché il personale viene pagato molto bene in base alle mansioni. Anche lo stipendio di un lavapiatti, secondo i turni prestabili durante la giornata, non è al di sotto dei 1500 euro». Lo scorso maggio Assoturismo Confesercenti e Assoristoratori Matera avevano lanciato l'allarme denunciando la carenza di un migliaio di unità nel comparto turistico-alberghiero ed incontrando l'assessore regionale Alessandro Galella che all'epoca ricopriva la delega alle Attività Produttive, Formazione e Lavoro, evidenziando le criticità del settore. Le due associazioni di categoria avevano proposto alcuni interventi da attuare con i Centri per l’Impiego potenziati con il programma G.O.L. (Garanzia Occupabilità Lavoratori), con la formazione da orientare verso le necessità degli operatori turistici attraverso gli Avvisi pubblici e con la possibilità di creare delle giornate Job Day promosse e sostenute anche dalla Regione Basilicata in cui far incontrare i potenziali dipendenti, i cui profili siano stati già attentamente valutati dai Centri per l’Impiego, con le Imprese che li ricercano sul mercato del lavoro.