Economia
Gli ambulanti della Basilicata? Un antidoto a inflazione e chiusure
Sono 1400, poco considerati ma vitali in molti Comuni. Le bancarelle resistono e sono il segno forse più gradito delle feste
POTENZA - In piena stagione di feste patronali e sagre gli ambulanti sono tornati a vivacizzare piazze, centri storici e mercatini di quartiere. Sono il sistema anti-inflazione, più semplice e vicino, preferito da tutte le famiglie, con un crescente interesse dei giovani, oltre a rappresentare il segno forse più gradito ed atteso delle feste. Eppure quella dei commercianti con punti di vendita mobili è una categoria che specie in Basilicata attraversa una fase difficile. Secondo i dati più aggiornati del Mise gli esercenti che si svegliano all’alba per essere presenti nelle prime ore del giorno con la loro bancarella o il loro furgoncino sono circa 1400 (800 in provincia di Potenza e 600 in quella di Matera). Sino ad una ventina di anni fa erano il doppio.
Tra i settori merceologici si contendono la parità gli alimentari (338, 218 a Potenza e 120 a Matera) e gli «articoli vari» (318, 225 a Matera e 113 a Potenza). A seguire, abbigliamento, tessuti e calzature con 217 esercenti. Nonostante il numero si riduca anno per anno, la Fiva, organizzazione di categoria di Confcommercio, calcola che la quota di acquisti dei consumatori si mantenga stabile intorno al 20% degli acquisti totali per abbigliamento, calzature, articoli casalinghi. Nei piccoli comuni – dove sono presenti anche ambulanti campani, pugliesi e calabresi - la quota quasi si raddoppia a testimonianza dell’importanza che riveste l’ambulantato per i risparmi delle famiglie.
Secondo l’Osservatorio Fiva 2023 ci sono dunque segnali di un incremento significativo, complici l’inflazione e le difficoltà economiche, di vendite per il commercio ambulante che in troppi piccoli comuni lucani soprattutto nei comparti abbigliamento, calzature, casalinghi sono gli unici punti di vendita per effetto della chiusura dei negozi fissi.I titolari di queste imprese, tra i più colpiti dalla pandemia, guardano adesso ad una nuova stagione di ripresa. I provvedimenti recenti del Governo per il mercato e la concorrenza hanno introdotto alcuni elementi di tutela a cominciare dall’ assegnazione delle concessioni di posteggio – della durata di 10 anni – con procedure ad evidenza pubblica trasparenti salvaguardando gli interessi degli operatori che hanno una concessione tutelando così il lavoro di dipendenti e collaboratori. Tra le altre novità: un numero massimo di concessioni delle quali ciascun ambulante può essere titolare, possessore o detentore; i procedimenti di rinnovo delle concessioni in scadenza al 31 dicembre 2020 e non conclusi alla data di entrata in vigore della legge, andranno chiusi entro i 6 mesi successivi, con assegnazione della concessione secondo la normativa in vigore alla scadenza, quindi per una durata di 12 anni.
«È una categoria sulla quale le scelte del decisore pubblico nazionale, regionale e locale – sottolinea il presidente Confcommercio Potenza, Angelo Lovallo - impattano in modo particolarmente intenso. È il caso della transizione ecologica, con il rinnovo degli automezzi che costituiscono un momento essenziale dell’attività quotidiana».
Tra i problemi più urgenti e aperti si segnala l’adeguamento della legislazione regionale di settore e i piani comunali del commercio che individuano le aree. In tanti comuni si fa a gara ad arrivare per primi ad occupare le postazioni messe a disposizione in numero insufficiente e in aree troppo spesso prive di servizi adeguati. «Sono provvedimenti che – dice Lovallo - richiedono prima di tutto la consultazione con la categoria a cominciare dai calendari dei mercatini sino alla scelte delle zone riservate. Noi rilanceremo l’iniziativa della categoria di un settore vivo e dinamico»