Occupazione

Basilicata, aziende a corto di lavoratori

Gianluigi De Vito

Quarantuno su 100 non trovano le figure richieste

MATERA - Il balletto delle cifre assume i contorni di una danza tragicomica. La Basilicata che si fotografa davanti allo specchio delle studi di settori e delle analisi delle agenzie di rating (di valutazione, per chi non ama l’anglismi) è un giano bifronte. Cominciamo dalla versione da dottor Jekill: Confartigianato fa sapere che che 41 imprese su cento non riescono a reperire le figure necessarie per mandare avanti l’attività artigianale. E se il discorso si allarga al comparto non artigianale le cose cambiano di poco: sono 34 su cento le aziende che non trovano gli operai richiesti. Tecnici informatici, progettisti di software, ma anche camionisti, operai edili, elettricisti e idraulici non dovrebbero affatto avere il pensiero stipendio. E invece accade che sono proprio queste le le figure che mancano all’appello degli imprenditori artigiani.

L’altra faccia, quella da mister Hyde della Basilicata economica bifronte, la disegna Sevendata, azienda milanese attiva nell’utlizzo dei big data che ha messo in relazione l’incidenza percentuale delle imprese a maggiore rischio di credito su base regionale con i rischi che derivano dal caro bollette e dalla chiusura di alcuni fette di mercato dell’export causa guerra in Ucraina. Bene, la hit parade di Sevendata dice che in Basilicata sono a rischio crac 4mila 110 imprese, il 7,8% delle totale delle aziende lucane (che sono 52.830). In particolare il 39% riguarda Matera e il 61% Potenza. E comunque si trattab di percentuali piuttosto alte che proiettano la regione al terzo posto della lista nera, preceduta solo da Molise e Valle d’Aosta. Insomma, i confini piccoli non aiutano ad avere le casse solide e le porte aperte in banca.

Quanto agli altri fattori analizzati, l’indice di performace in base ai costi energetici e in relazione ai flussi doganali, il rapporto dell’agenzia di rating colloca la Basilicata in una posizione intermedia nella graduatoria delle regioni le cui imprese rischiano di più il business per le spese energetiche: solo per il 2,4% delle aziende lucane il caro bolletta minaccia gli affari e comunque si tratta di una percentuale sotto la media nazionale. Anche il terzo parametro preso in considerazione, il rischio exsport con la guerra in atto, racconta di un rischio basso: riguarda solo lo 0,4% delle imprese. Ma qui, spiega Fabrizio Vigo, ceo di Sevendata, bisogna considerare «il grado di apertura ai mercati di esportazione che caratterizza le varie regioni». In fono l’export lucano ha contorni limitati.

Per tornare al fabbisogno di manodopera specializzata e dunque al mismatch (disequilibrio tra domanda e offerta), la presidente di Confartigianato Matera, Rosa Gentile, spiega: «Matera e Potenza rientrano tra le 60 province a maggiore difficoltà di reperire manodopera. Matera con il 38,5% e più 8,8% in un anno; Potenza con il 37,3% e più 9,3% in un anno».

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