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Per l'ex Om di Modugno in un mese si decide tutto
Venerdì eventuali investitori dovranno farsi avanti. Entro il 27 marzo l'asta finale
di GIANLUIGI DE VITO
BARI - Vita o morte entro il 27 marzo. In un mese e poco più sarà scritta l’ultima parola possibile della vicenda Ex Om o meglio della «Tua indutries» srl fallita.
Un’altra clessidra è stata appena girata. Non ce ne sarà un’altra. La prima data cruciale è quella di venerdì prossimo, 16 febbraio: è il giorno entro il quale la task force occupazione della Regione Puglia guidata da Leo Caroli verificherà la sussistenza di eventuali offerte di acquisto. La seconda data è quella di giovedì 22 marzo, data entro la quale dovrà essere presentata l’offerta d’acquisto dai possibili acquirenti che si materializzeranno entro venerdì 16. Dopo il 22 marzo, il curatore della procedura fallimentare Alessandra Giovetti comunicherà la data della gara finale, nella quale quel che resta della Tua industries sarà aggiudicato con offerte in aumento minime prestabilite in 20 mila euro per ciascun rilancio.
Che la cosa si chiuderà di lì a poco lo dimostra il fatto che la sezione fallimentare del tribunale di Torino (Tua industries ha consegnanto i libri contabili al tribunale del capoluogo piemontese) ha già fissato per il 27 marzo la seduta con i creditori, appuntamento che segna di solito la fine della partita entro i 30 giorni successivi.
Torniamo alla prima data in calendario, quella di venerdì prossimo. L’équipe di Caroli non ha mai nascosto né ai sindacati né ai giornalisti che dopo il fallimento di Tua Industries dichiarato dal Tribunale il 18 dicembre 2017, un gruppo di imprenditori pugliesi si era fatto avanti. Da allora ad oggi qualche notizia in più trapela. Al fascicolo «Tua Indutries» sembrano interessati almeno tre grosse realtà imprenditoriali, nessuna però del settore automotive. Una opera nel packacing, vale a dire nel settore degli imballaggi; l’altra è una azienda specializzata in tecnologie di precisione, robotica e meccatronica. C’è anche una terza azienda del manufatturiero.
Inutile rincorrere le voci, visti i clamorosi fallimenti che sono avvenuti anche dopo la firma di protocolli d’intesa ai massimi livelli, come quello sottoscritto il 13 giugno 2016 tra ministero dello Sviluppo economico, Regione, Comune di Modugno, Città Metropolitana di Bari, Consorzio Asi, Invitalia e Tua Industries (socio unico creato dal fondo americano Lcv). Insomma, se si è toppato ai grandi livelli, figuriamoci se adesso ci sia qualcuno che si sbilanci. Del resto ogni cosa sarà credibile solo dopo venerdì.
Anche quando qualche nuvola nefasta dovesse allontanarsi, sarà difficile che ritorni subito il sole per tutti i 184 lavoratori ex Om (181 quelli dello stabilimento di Viale delle Ortensie 32 di Modugno e tre, di cui due dirigenti, a Torino). Il numero è sceso a 184 dai 191 di dicembre perché nel frattempo c’è stata qualche dimissione volontaria e qualche pensionamento. Rimane il fatto che per tutti la cassa integrazione straordinaria è scaduta a dicembre e non è stata prorogata perché Giovetti ha da subito dichiarato di aver trovato nella casse della «Tua» appena 2mila euro. E il curatore fallimentare, giovedì scorso ha notificato l’avvio della proceduta del licenziamento collettivo.
Brutta storia. Ma c’è ancora il tempo di trovare l’acquirente e di far rientrare il licenziamento collettivo. Qualche testa cadrà. Perché nessuno di chi si farà avanti entro venerdì ha intenzione di garantire 184 posti, piuttosto, 90 al massimo. Almeno nella fase del riavvio.
Se ci sarà una rinascita, dopo il crash dei carrelli e l’aborto del progetto minincar, è difficile dirlo. Chi parteciparà all’asta ha tutt’altre intenzioni rispetto alla minicar. Cosa farà allora del progetto del quadriciclo elettrico e del prototipo? Certo, potrebbe rivenderli. L’interesse vero è lo stabilimento (sia pure con amianto) le cui chiavi sono custodite dal Comune di Modugno. Che si tratti comunque di un affare lo si intuisce dal prezzo di partenza, non fissato. Ma Giovetti ha fatto sapere che in cassa non c’è nulla e che l’ossigeno economico indispensabile è quantificabile tra i 200 e i 300mila euro, utili a estinguere i debiti con i creditori ma soprattutto a coprire gli eventuali Tfr dei 184, qualora dovessero rientrare in gioco e per i quali si apre la prospettiva di un altro, l’ultimo, anno di cassa integrazione. Insomma, non capita mica tutti i giorni provare ad acquisire una sia pure defunta ex Om a poco più di 200mila euro: il prezzo di un vecchio appartamento. E neanche grande.