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Bari, allarme per il 118: «A gennaio scoperti 578 turni delle automediche»

La denuncia del direttore del servizio di emergenza della Asl: «In alcune postazioni si rischia la sospensione del servizio»

I medici in servizio sulle automediche del 118 di Bari si atterranno a svolgere le 164 ore di lavoro previste dal contratto. E dunque gennaio sarà un mese difficile per il servizio di soccorso nel Barese: sono infatti 578 i turni che risultano scoperti nelle 8 aree di competenza della Asl. A denunciarlo in una lettera inviata al direttore generale Luigi Fruscio, al direttore sanitario Rossella Squicciarini e al direttore della centrale operativa 118, Annamaria Natola, è stato il direttore del servizio di emergenza territoriale della Asl, Franca Errico.

In particolare le postazioni in cui si registreranno le maggiori criticità sono quelle di Alberobello, Altamura e dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari dove in alcuni giorni (ad esempio proprio il 1° gennaio 2026) non ci sarà nemmeno un medico da destinare al servizio delle automediche. In altre aree, come ad esempio quella di Carbonara-Triggiano, sono disponibili appena 4 medici sui 10 previsti. «Si segnala, inoltre – prosegue la lettera -, l’elevato numero di turni scoperti presso il Punto di Primo Intervento di Bitonto, ove risulta attualmente in servizio un unico medico “ricollocato”, condizione che non consente l’ordinaria continuità dell’attività assistenziale». In 5 giorni su 31 non ci saranno infatti medici disponibili, e in altri 8 giorni sarà coperto soltanto uno dei tre turni.

Per provare a tamponare la situazione la Asl ha provato, senza esito, a chiedere la disponibilità dei medici in servizio nei Pronto soccorso della Asl. I medici del 118 (che lavorano in regime di convenzione, con un contratto scaduto da anni) hanno quindi chiesto alla Asl di riconoscere loro una sorta di «incentivo ponte» per coprire i periodi di maggiore impegno. A novembre, nel corso dell’ultima riunione della delegazione trattante, la Regione si era impegnata ad avviare la riorganizzazione del servizio emergenza, e riproporre dal 1° dicembre (e fino a gennaio 2026) il progetto attuato la scorsa estate che prevedeva appunto l’erogazione di un bonus orario. Tutti impegni rimasti sulla carta.

La mancanza di medici, conclude la lettera della direttrice Errico, «oltre a determinare una grave criticità assistenziale nei confronti dell’utenza, comporta rilevanti ricadute organizzative sul personale del comparto (autisti e infermieri), per il quale si rende necessario definire e condividere specifiche disposizioni operative. Si evidenzia, infine, che il protrarsi della situazione descritta, in assenza di tempestive decisioni organizzative e gestionali, espone l’Azienda a un concreto rischio di riduzione o sospensione dei servizi essenziali, con possibili profili riconducibili all’interruzione di pubblico servizio».

La Asl di Bari fa sapere in una nota di essere già intervenuta per risolvere il problema, dopo aver ricevuto la segnalazione della direttrice del servizio urgenza, disponendo «in via straordinaria ed eccezionale, misure organizzative temporanee per il mese di gennaio, finalizzate a garantire la piena operatività del sistema 118 e la sicurezza dei cittadini». La Asl ricorda che «a fronte di una dotazione organica prevista di 145 medici dell’emergenza-urgenza, dopo aver esperito tutte le procedure concorsuali consentite dalla normativa vigente, risultano attualmente in servizio 57 professionisti. Si tratta di una criticità strutturale che non riguarda singole scelte organizzative, ma una carenza nazionale di medici dell’emergenza che, nel territorio della Asl di Bari, assume dimensioni particolarmente rilevanti».

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