Il caso

«Giallo» ex Centrale del latte: il comune di Bari convoca i vertici Asl

Ninni Perchiazzi

La polemica. Il consigliere Albenzio: accelerare i tempi, ritardi inspiegabili

Polemiche e ritardi sulla riqualificazione all'ex Centrale del latte, la commissione consiliare Sanità convoca i vertici della Asl a Palazzo di Città per fare il punto della situazione. Il futuro poliambulatorio di quartiere a Picone, in viale Orazio Flacco, nello storico edificio emblema di architettura industriale, si è perso nei meandri della burocrazia, nonostante un percorso che negli scorsi anni ha coinvolto Asl, Comune e Sovrintendenza, fino allo stanziamento di 16 milioni, compresi fondi di coesione e Pnrr - la struttura è stata inserita tra i 1.723 interventi previsti sul territorio nazionale -, teorico ultimo step prima di allestire finalmente gara e cantiere.

L’edificio in realtà, abbandonato da tempo immemore, è in preda a degrado e incuria ed è di fatto inagibile. In pratica, un rudere, come più volte denunciato dalla Gazzetta negli anni scorsi e ripreso da testate televisive nazionali nei giorni scorsi. Oggi l’immobile viene utilizzato come parcheggio delle ambulanze del Ser Bari, e nella parte meno malridotta vi è la sede dell’Aistom, l’associazione italiana stomizzati, sezione di Bari.

Eppure nell’estate del 2019 il sindaco Antonio Decaro e l'allora direttore generale dell’Asl Bari, Antonio Sanguedolce, hanno sottoscritto un accordo affinché il Comune (proprietario) concedesse in comodato d’uso l’immobile alla Asl, che lo avrebbe restaurato e reso operativo con un investimento di 10 milioni di euro, poi lievitati fino a 16 milioni proprio a causa della necessaria bonifica dalla presenza di amianto nell'edificio. Circostanza, quest'ultima confermata già nel 2022 dall’ingegner Nicola Sansolini della Asl, allora responsabile unico del procedimento e direttore dell’area tecnica.

A rallentare poi l'iter dell'attesa riqualificazione, lo stop giunto dalla Soprintendenza, con annesse prescrizioni - come detto l’edificio costruito oltre ottanta anni fa è gravato da un vincolo posto a sua tutela poiché ritenuto di interesse culturale -, anch'esse recepite nel progetto. I maggiori costi sono la diretta conseguenza della scelta obbligata di adeguare le strutture esistenti, mentre qualora si fosse potuto demolire e ricostruire, l'esborso dell'Intervento si sarebbe rivelato ben più contenuto.

In particolare, è il consigliere Piero Albenzio (Decaro per Bari), componente della commissione Sanità (presidente Antonio Bozzo) anche nella precedente consigliatura a chiedere chiarezza proprio come sei anni fa. «Occorre accelerare i tempi per l'apertura di importanti presidi sanitari al fine di offrire adeguati servizi ai cittadini - dice - ci sono soldi e progetti. I ritardi non sono accettabili».

L'ex Centrale del latte, dopo la messa in sicurezza e la rifunzionalizzazione, è destinata a ospitare uffici amministrativi e servizi distrettuali della Asl. Come detto, il recupero dell’immobile rientra nel più ampio piano che ricomprende le Case di Comunità e la Centrale operativa territoriale, passando attraverso la valorizzazione di strutture esistenti e la riconversione di immobili liberi, che il Comune cede alla Asl, al fine di potenziare i servizi sanitari territoriali, quartiere per quartiere.

Nel dettaglio, sarà tutto organizzato in due edifici: corpo centrale ristrutturato e rimesso a norma e l’altro ex novo. Proprio l’ex opificio di Picone sarà sede di una delle case di Comunità, al cui interno sono previsti servizi di front office (anagrafe, cup, pua), sportelli vari (assistenza estero e malattie rare, assistenza integrativa, Ossigenoterapia, Urp), punto di ascolto persone con disabilità, consultorio familiare.

Punto nevralgico della Casa di Comunità sarà il poliambulatorio dove troveranno spazio centro prelievi, ambulatori infermieristico e specialistici (Cardiologia, Pneumologia, Geriatria, Neurologia, Ortopedia, Dermatologia, Diabetologia, Endocrinologia, Medicina Interna, Urologia e Otorinolaringoiatria) e diagnostica per immagini. Il resto degli ambienti sarà destinato a stanze, spogliatoi, sale d’attesa, segreterie e servizi igienici.

La speranza adesso è andare oltre la burocrazia in modo da restituire un prezioso presidio sanitario ai cittadini, ma soprattutto agli anziani della popolosa area che comprende Picone, Poggiofranco e Carrassi.

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