Il caso
Santo Spirito, chiedeva il pizzo a pescatori e diportisti: pluripregiudicato condannato a 4 anni
Sgominato un sistema di riscossione mensile da 10 a 100 euro. Assolta la moglie
Quattro anni di reclusione e 800 euro di multa per il 53enne Domenico Sidella, pluripregiudicato, ritenuto responsabile di aver imposto per anni il pagamento del pizzo a pescatori e diportisti del porticciolo di Santo Spirito a Bari. E’ quanto stabilito dal collegio della seconda sezione penale del Tribunale del capoluogo pugliese, presieduto dal giudice Marco Guida. Assolti invece gli altri due imputati: Caterina Santoro, 47 anni, moglie di Sidella e indicata dal pm antimafia Marco D’Agostino come presunta cassiera del gruppo, e Raffaele Altieri, 60 anni, accusato di occuparsi materialmente della riscossione del denaro. Per entrambi, i giudici hanno stabilito che il fatto non sussiste, escludendo per Sidella l’aggravante mafiosa. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.
Una decisione ben distante dalle richieste della Direzione distrettuale antimafia di Bari, che aveva sollecitato pene pesanti: 12 anni per Sidella, assistito da Gioacchino Ghiro, 6 anni e 7 mesi per Santoro e 9 anni per Altieri, entrambi difesi da Francesco Andreola.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, per anni i proprietari delle imbarcazioni attraccate a Santo Spirito avrebbero pagato tra 10 e 100 euro al mese a Sidella in cambio di una presunta “protezione” da incendi, affondamenti, danneggiamenti o aggressioni. Un clima definito dagli inquirenti di “assoggettamento e totale omertà”, in cui molti dei circa cinquanta armatori avrebbero versato regolarmente il denaro senza mai sporgere denuncia. Nessuna delle presunte vittime, infatti, si è costituita parte civile, al contrario delle istituzioni, Comune di Bari e Regione Puglia che avevano richiesto un risarcimento per il danno d’immagine subito.
L’inchiesta, avviata nell’aprile 2022 dopo una denuncia anonima, si è basata su immagini delle telecamere di videosorveglianza, servizi di osservazione e intercettazioni telefoniche. Per gli investigatori Sidella avrebbe messo in piedi una forma di guardiania abusiva, imponendo un tariffario variabile in base alle dimensioni delle imbarcazioni: dai 10 euro per i piccoli gozzi ai 100 euro per i pescherecci, con importi più alti nei mesi invernali. I filmati acquisiti mostrerebbero, secondo l’accusa, la consegna del denaro.