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Bari, la movida si sposta a Poggiofranco: residenti esasperati dal caos notturno
Non solo l'Umbertino: un anno fa il confronto tra gli abitanti della zona e l’amministrazione comunale per denunciare i «casi» del «punto x» e di via Mazzitelli, ma la situazione non è migliorata
Moto di grossa cilindrata che sfrecciano a tutta velocità, schiamazzi e litigate, fuochi d’artificio, parcheggi ai limiti dell’impossibile. Nei weekend a Poggiofranco non si dorme mai. Non è una novità, in fondo, bensì un fenomeno che si ripete da almeno due anni, sforando spesso i limiti della tollerabilità.
Basti pensare che esattamente un anno fa (il 30 ottobre 2024) il tema fu sviscerato in un incontro chiesto da una delegazione di residenti ed esercenti delle attività di «food & beverage» all’amministrazione comunale che fu rappresentata, nella circostanza, dal consigliere Lorenzo Leonetti, all’epoca con delega a «sindaco della notte». I temi all’ordine del giorno riguardarono la movida notturna, la richiesta di un pattugliamento periodico della polizia locale, la sicurezza stradale e la viabilità, la pulizia dei viali e delle aree verdi, la creazione di isole ecologiche per il conferimento della raccolta differenziata. In 12 mesi, però, lo scenario è a grandi linee immutato.
Esattamente come l’Umbertino tra via Cognetti, via Bozzi e largo Adua, anche Poggiofranco ha il suo «angolo» critico che si trova essenzialmente in via Mazzitelli. Un numero altissimo di locali sono concentrati in pochi metri, generando, peraltro, un’offerta eterogenea tra le attività: si spazia dalla cucina tipica a quella etnica, dalle pizzerie ad una cornetteria che funge da autentico attrattore per i giovani, rimanendo aperta ininterrottamente di notte fino alla mattina inoltrata del giorno successivo.
Una serie incredibile di attività concentrate in una sola strada che denota pochi parcheggi: una strettoia nella quale l’assembramento di persone auto rende complessa la viabilità, per poi sfociare in un tratto larghissimo che pare essere diventato una sorta di pista notturna per le gare tra auto e motociclette di grossa cilindrata, pronte a «gareggiare» transitando anche in via Papacena e al «punto X», altra zona densa di criticità.
Il rombo dei motori, la musica diffusa in piena notte da casse acustiche, oppure migliaia di ragazzi che addirittura aggiungono sedie ai tavolini dei locali (dopo l’orario di chiusura) per trattenersi fino all’alba sono i principali fattori che rendono insonni le notti dei residenti. «Del promettente dialogo con il Comune sono rimaste poche tracce», è il pensiero degli abitanti della zona. «La situazione è grave: durante i weekend nella zona arrivano oltre duemila persone in via Mazzitelli e viviamo un paradosso perché l’inizio della strada è un imbuto privo di parcheggi nel quale le auto si addensano sulle rampe di accesso bloccando il traffico, mentre nel suo tratto finale la strada diventa larghissima e si presta a autentiche gare di moto e auto che, nel recente passato, hanno già causato due morti». Inoltre, a mezzanotte sono puntualmente accesi pericolosissimi fuochi d’artificio. «Possono divampare facilmente -aggiungono i residenti - dato il verde circostante. Così come spesso imperversano giovani di una baby gang che urlano o lanciano pietre alle finestre degli appartamenti. Non vogliamo danneggiare le attività commerciali che portano vita al quartiere, ma una tutela è indispensabile».
Nel dettaglio, i residenti reclamano il diritto al riposo notturno, chiedono aiuti e confronti con le istituzioni, soprattutto un più ampio dispiegamento di forze dell’ordine per controlli mirati, ma gradirebbero anche una gestione diversa dei rifiuti che, proprio a causa delle molte attività di ristorazione, sovente si ritrovano addensati ai bordi delle strade. «Disciplinare la movida a Poggiofranco sembrava una priorità, invece ci sentiamo dimenticati», sottolineano gli abitanti del rione.
I gestori dei locali di «food & beverage» d’altro canto, difendono le loro ragioni: si tratta di imprenditori che comunque hanno avuto il via libera per aprire ed investire su attività dislocate in una parte della città relativamente «nuova» e soggetta a prossimi sviluppi. C’è chi soltanto adesso vede un raggio di luce dopo la sferzata della pandemia o chi ha dovuto ricalibrare intere politiche commerciali dopo il rincaro dei consumi.
Peraltro, via Mazzitelli e via Papacena sono inserite nelle zone «Aset», ovvero ad alta tutela: eventuali nuovi insediamenti di attività commerciali dovrebbero superare specifici requisiti autorizzatori, non bastando la semplice «Scia» sufficiente nella precedente disciplina.
«Non si tratta di mala movida», puntualizzano in coro molti gestori di attività in via Mazzitelli. «Se una zona ad alta densità di locali è sprovvista di parcheggi o di sorveglianza, se avvengono episodi di vandalismo e inciviltà, quali responsabilità possono essere addossate a pub, bar e ristoranti? Conveniamo sull’urgenza di intervenire su una serie di aspetti, ma se tutto si generalizza finiremo con il chiudere la città e privarla di quel respiro europeo a cui tanto ambiamo».