i controlli

Sannicandro di Bari, bruciavano rifiuti pericolosi in un uliveto: arrestati

Residui di metallo pesante sono finiti sul terreno «con pericolo di compromissione e deterioramento di una significativa porzione del terreno» di circa 700 metri quadri

Avrebbero incendiato «un cospicuo quantitativo» di rifiuti speciali pericolosi, costituiti da truciolato di legno misto a piombo, in un uliveto alla periferia di Sannicandro di Bari. Un’attività, come spiegano i carabinieri del Noe di Bari in un comunicato, finalizzata al recupero del piombo e allo smaltimento dei rifiuti rimanenti, ma a causa della quale residui di metallo pesante sono finiti sul terreno «con pericolo di compromissione e deterioramento di una significativa porzione del terreno» di circa 700 metri quadri e della biodiversità agraria dell’uliveto. Per questo, lo scorso 9 settembre i militari del Nucleo operativo ecologico di Bari hanno arrestato in flagranza due persone per gestione e combustione illecita aggravata di rifiuti pericolosi.

Gli arresti sono stati eseguiti durante un’attività di monitoraggio del territorio, in applicazione della nuova normativa ambientale introdotta ad agosto 2025. Il gip di Bari ha poi convalidato la misura degli arresti domiciliari per uno dei due. L’operazione del Noe, conclude la nota, «rappresenta il primo arresto in flagranza di reato avvenuto in Puglia dopo l'introduzione del nuovo Decreto Legge che prevede un forte inasprimento delle pene per i reati ambientali, in precedenza di natura contravvenzionale ed oggi invece delitti, con positive ricadute sulle attività di prevenzione e repressione».

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