Il caso

Bari, così Olivieri «truffò la Multiservizi per aiutare il suo sodale»

Redazione inchieste

Le motivazioni della condanna a due anni. Il 26 sentenza Codice Interno

Quando era presidente della Multiservizi, nel 2015, Giacomo Olivieri avrebbe salvato da due pignoramenti l’allora coordinatore esecutivo (e suo alter ego) Oronzo Cascione. È per questo che a maggio il Tribunale di Bari (giudice Carlotta D’Alessandro) li ha condannati entrambi a due anni e 1.200 euro di multa per truffa aggravata nei confronti della società comunale.

Il processo è partito dalla querela presentata dal nuovo presidente di Multiservizi, Francesco Biga (con l’avvocato Cristian Di Giusto), intervenuto dopo l’insediamento per sanare l’anomalia davanti al Tribunale civile: Olivieri, dice la sentenza, truccò le carte per salvare l’amico e sodale Cascione. L’accusa, con il pm Bruna Manganelli, aveva chiesto l’assoluzione per Olivieri e la condanna a un anno per Cascione. Il giudice è stato di diverso avviso: è «assolutamente verosimile - dice la sentenza - una ricostruzione alla stregua della quale Cascione, figura operativa posta al vertice dell organigramma aziendale, subito al di sotto del presidente, con il quale aveva un rapporto fiduciario, abbia inteso intercettare la notifica dei pignoramenti al momento del loro arrivo in sede». E dunque per evitare il pignoramento «ha interessato della vicenda Olivieri, che in qualità di presidente non poteva non essere perfettamente consapevole che la questione interessava un soggetto in palese conflitto di interessi e, ciononostante, ha inteso rendere la dichiarazione senza estromettere Cascione (...) e interessare formalmente i soggetti istituzionalmente preposti a redigere il contenuto delle dichiarazioni, a calcolare le quote di retribuzione disponibili e, quindi, ad effettuare materialmente gli accantonamenti».

In quattro occasioni, secondo le risultanze... 

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