l'addio
Bari, chiude un’altra edicola e Gianni saluta i clienti: «Ma se qualcuno è interessato si faccia avanti»
Tra via Cancello rotto e corso De Gasperi. Domani ultimo giorno di lavoro («Tornerò a fare l’autista»). Addio a un punto di riferimento nel quartiere
BARI - «Buongiorno, per piacere la settimana enigmistica e il solito». Gianni Picciarelli, 56 anni, ha già tutto pronto tra le mani. Le abitudini dei clienti, nella maggiorparte dei casi i soliti, le conosce. Conosce nomi e cognomi di ognuno. In quell’angolo tra via Cancello rotto e corso Alcide De Gasperi, sa per certo che la signora Maria esce presto per acquistare il giornale. Che il signor Lorenzo attende l’inizio del mese per il suo mensile preferito. «Se non passo domani, tienimelo da parte», ripete. Come se fosse necessario ricordarglielo. Conosce le “bustine” preferite dei piccoli del vicinato, prontamente acquistate dai nonni.
Da nove anni, in quel fazzoletto di quartiere, accontenta tutti come può. Innanzitutto, con il sorriso. Sorriso che oggi è un po’ spento. Una manciata di ore ancora e la sua edicola - quella sulla quale ha investito risorse, tempo e speranze - sarà chiusa. Forse per sempre. Perché i tempi cambiano e anche le esigenze delle nuove generazioni. «Ho avuto una occasione di lavoro e l’ho accettata. Tornerò a fare l’autista come in passato».
Certo l’amaro in bocca c’è: «I volti della gente ormai sono sempre gli stessi. Conosco le loro preferenze. Persino le loro abitudini. Mi mancheranno tutti, ma non ho alternative. Si lavora poco e con poca continuità. Ed è difficile, quindi, coprire le spese. L’edicola, nel cuore del quartiere Carrassi, era stata acquistata da Gianni dal suo storico proprietario che, a sua volta, l’aveva ereditata da suo padre e da suo nonno. Edicolanti dai primi del Novecento quando acquistare il giornale, sfogliare la carta, era un lusso per pochi. Una storia che racconta uno spaccato di paese che non c’è più. Costruita lentamente, pezzo per pezzo. Da quando c’erano gli strilloni ottocenteschi sul ciglio della strada che gridavano le notizie più importanti e gli ambulanti che vendevano di tutto. Verso la fine dell’Ottocento queste due realtà si sono fuse e i comuni delle città hanno iniziato a dare in concessione il suolo pubblico per costruire nuovi chioschi, le edicole. Successivamente, grazie a regolamentazioni comunali sono state incluse in progetti urbanistici veri e propri. Presidio di identità nei quartieri, le edicole si stanno spegnendo. A resistere sono quelle che abbinano rivendite di tabacchi, giochi, pagamento di bollette o altro, e sono quindi in grado di diversificare l’attività. Ma non sempre funziona. Gianni questo lo sa bene. Domenica 3 agosto sarà la sua ultima giornata di lavoro: «Rivolgo un appello a chiunque fosse interessato a contattarmi per evitare che questa edicola storica chiuda per sempre».