Il caso

Ex Manifattura a Bari, regna il degrado: «C’è la paura di lavorare»

Rosanna Volpe

I timori degli operatori: «Nessuno entra da solo con le merci. Dopo le 18 arrivano in gruppi e usano questi luoghi come casa loro»

L’appuntamento è alle cinque del mattino. Gli ambulanti arrivano alla spicciolata e si aspettano a vicenda. Nell’ex Manifattura dei tabacchi, cuore del quartiere Libertà, nessuno entra da solo. È una regola non scritta, ma che tutti rispettano.

Ed è presto spiegato: il mercato durante la notte è la casa di tossicodipendenti, migranti e senza fissa dimora. A volte si limitano a cercare un posto dove dormire. Altre volte il «viaggio» comincia sulle panchine: siringhe e pezzi di stagnola le uniche tracce che restano. In tanti usano gli angoli del mercato come fossero bagni a cielo aperto. Tracce di urine e di feci umane sono sotto gli occhi di tutti. A pochi passi dalle bancarelle che vendono la frutta o la carne.

«Non scarichiamo mai la merce nel tardo pomeriggio – spiega un ambulante – perché dopo le 18 arrivano gruppi di persone che usano questa come fosse casa loro». Lo sconforto è tanto, in un mercato stretto tra impalcature che sono ormai parte dell’arredo e sporcizia sparsa ad ogni angolo. «Provvediamo noi a pulire. Eppure ogni mese paghiamo duecento euro per uno spazio che non è curato. E se non paghiamo ci mandano via».

Tante le promesse. Gli impegni e le narrazioni del quel che doveva diventare - ma che non è mai diventato - uno dei mercati più centrali della città. «Abbiamo perso tanti clienti negli ultimi anni. Ma d’altronde io mia moglie a fare la spesa qui non la farei mai venire. Neanche se la merce fosse in regalo».

I muri cadono a pezzi, la pavimentazione è traballante: il vecchio opificio di sigarette, che dal giugno del 2001 ospita il mercato coperto giornaliero di frutta e verdura, cade a pezzi. La maggior parte delle saracinesche sono abbassate. Chi resiste convive con un puzzo di urina e con condizioni igienico sanitarie al limite. Una situazione fuori controllo nonostante la gestione del mercato sia tornata ormai da tempo al cento per cento nelle mani del Comune dopo la decisione di sfrattare gli ex gestori dell’apposito consorzio di mercatali.

Poi c’è il tema sicurezza: tanti i furti. Nei vani dei quadri elettrici ci sono vestiti abbandonati, trolley e pezzi di cartone che potrebbero essere stati utilizzati come sedute improvvisate, oltre a rifiuti vari. Ad aprile scorso le fiamme hanno danneggiato alcuni dei contatori dell’energia elettrica. È stata l’occasione per denunciare la presenza di clochard e tossici che spesso trovavano rifugio proprio in quegli spazi. Denuncia caduta nel vuoto. «Ci son città come Siviglia dove i mercati sono luoghi attrattivi. Dove i turisti passeggiano tra luci e musica. Qui a Natale siamo costretti ad abbassare le saracinesche nel primo pomeriggio per evitare guai. Non abbiamo neanche le lucine per ricordare che è una giornata di festa».

«In via Nicolai era diverso – aggiunge un ambulante – dicevano che era una questione di igiene e ci hanno fatto trasferire qui. E guardatevi intorno». Nell’area dedicata ai prodotti ittici, la situazione non è poi tanto diversa. Dopo lo stop di qualche giorno ad aprile - per consentire la riparazione dei danni procurati dal vento di scirocco - a maggio un forte acquazzone ha provocato altri guasti. «Da lunedì - spiega Gianluca Amoruso - dovremmo sospendere ancora la nostra attività per una decina di giorni. Hanno promesso che faranno in modo di farci recuperare quanto perso in termini di guadagno. È una situazione difficile: sono qui dal 2003 e l’incuria è cresciuta tanto. Abbiamo perso fino al quaranta per cento delle nostre vendite. Cosa spero? Un posto fisso, come dice Checco Zalone».

«Perché sei uscita con questo caldo?». Un ambulante tende un bicchiere di plastica ad una anziana accaldata. «Resistiamo perché i clienti sono affezionati e ci conoscono tanto tempo. Solo grazie a loro siamo ancora qui». Nei mesi scorsi l’amministrazione comunale ha incontrato gli 80 operatori del mercato per concordare i lavori di manutenzione che nei prossimi mesi coinvolgeranno la zona mercato con ingresso da via Nicolai, così da sistemare tutte le attività in un’unica area. Il piano prevede infatti di accorpare in un’unica ala tutti gli operatori, in modo da rendere più funzionale e meno dispersivo il mercato. «Abbiamo ascoltato tante promesse. Vediamo stavolta che succede».

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