il caso
Umbertino a Bari, caos e nuovi locali: è corsa contro il tempo per aggirare lo stop all’apertura di nuove attività
La movida continua a far discutere: «È il momento di cercare alternative»: da lunedì entra in vigore la normativa varata dal comune sulle zone di pregio
L’Umbertino fa «novanta». Tanti sono i locali dedicati al «food & beverage» che sorgono nel quartiere del centro costantemente sotto osservazione per le conseguenze della movida.
Lo scorso settembre il numero si fermava a 84, ma nel frattempo sono state inaugurate altre sei attività: le ultime due, pochi giorni fa, tra via Abbrescia e largo Adua. E se nel rione, almeno nelle ultime settimane, non si è arrivati agli eccessi dello scorso maggio (i video delle serate di San Nicola sono diventati «virali» sui social), resta irrisolto il problema del concentramento antropico, del rumore notturno e soprattutto dei disagi vissuti dai residenti. Una sorta di potenziale bomba ad orologeria che, con l’avanzare dell’estate e l’aumento costante del turismo, potrebbe esplodere da un momento all’altro. Da lunedì prossimo entrerà in vigore il nuovo regolamento comunale sulle zone di tutela: l’apertura di nuovi locali seguirà un iter molto più severo. Il rischio, però, è che, senza diversificare adeguatamente l’offerta, la situazione arrivi ad un punto di non ritorno.
«tante proposte, è l’ora di decentrare» Non ha dubbi, l’avvocato Mauro Gargano, presidente del Comitato per la Salvaguardia dell’Umbertino. «Non voglio polemizzare tornando sui soliti discorsi, ma per risolvere una situazione da Far West occorre sempre agire sulle cause, non sugli effetti. Le aperture selvagge sono proseguite per anni, come se l’Umbertino fosse l’unica zona attrattiva della città: ora siamo ad un numero record in appena un chilometro quadrato. Non serve ogni volta l’evento limite: il contesto generale contrasta nettamente con il diritto al riposo dei residenti. Senza dimenticare che assembramenti di tal genere amplificano fenomeni come lo spaccio e la diffusione delle sostanze stupefacenti».
Gargano sottolinea la necessità di non lasciare l’Umbertino come unico punto di socialità. «I giovani per primi chiedono zone alternative per lo svago serale. Mi sembra molto interessante, ad esempio, la proposta di pensare a piazza Umberto: un’area meravigliosa oggi preda di gravi problematiche che, però, potrebbe essere rilanciata da una movida sana e ordinata con spazi adeguati. Un discorso analogo riguarda piazza Cesare Battisti, un ritrovo naturale per gli studenti universitari che, però, non possono viverla di sera data la scarsa illuminazione e la relativa valorizzazione di una parte della città con grande potenziale. Le idee non mancano: creare varietà diventa una ricchezza ed un’opportunità per tutti».
GLI ESERCENTI: «Il caos nasce dalla disorganizzazione» Posizioni diverse contraddistinguono gli esercenti dell’Umbertino. La tipologia di alcuni locali, con spazi minimi all’interno, genera inevitabilmente carico antropico all’esterno. «Non possiamo accomunare un’idea per un intero quartiere», è la posizione di Eddy Guri che ha appena aperto la prosciutteria «Enos», in via Abbrescia, ovvero una delle strade con la maggiore concentrazione di attività. «Essere portatori di una movida sana dovrebbe essere soltanto un bene per il quartiere. Molti di noi hanno investito su locali ampi, con quasi cento posti a sedere all’interno o un plateatico in grado di ospitare l’utenza ordinatamente. Portare una clientela di qualità è una risorsa per una zona che fino a qualche anno fa viveva nella desolazione e nella criminalità. Il problema, però, è quando si concedono licenze per tanti locali con uno spazio interno di venti metri: è scontato che, una volta aperti, hanno poi la necessità di lavorare e cercano la modalità più redditizia, spesso rinvenibile con un asporto “dilagante” per strada. Tuttavia, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Io, ad esempio, ho investito ancora nell’Umbertino perché sono titolare anche della pizzeria Umbertina e ho una clientela radicata in quella zona. Ma sono ligio alle regole: se devo predisporre musica da intrattenimento, utilizzo pareti insonorizzate che impediscono la diffusione all’esterno. Bastano norme precise e senso civico per evitare il caos».
Il nuovo regolamento Scatterà da lunedì: la città sarà divisa in zone tutelate individuando due tipi di aree, quelle da sottoporre a tutela, le «Ast», e quelle da sottoporre ad elevate tutela, le «Aset». L’Umbertino, data l’alta densità abitativa e la «saturazione» dei locali dedicati alla somministrazione di cibo e bevande, rientrerà proprio in quest’ultima categoria: pertanto, per eventuali nuove aperture sarà necessario garantire l’assoluto rispetto di requisiti molto più stringenti, nonché il raggiungimento di un punteggio particolarmente alto su una serie di condizioni (ad esempio l’insonorizzazione o la sostenibilità ambientale) per il rilascio delle autorizzazioni. Potrà essere un primo deterrente. Ma urgono anche nuovi sfoghi per i giovani al fine da non generare un’altra estate di notti insonni.