reazioni in città

Bari, la comunità Palestinese: «Sul genocidio posizione coraggiosa del Comune». Silenzio degli studenti israeliani

Rosanna Volpe

Dopo la presa di posizione delle istituzioni che interrompono i rapporti con lo stato per il massacro nella striscia

BARI - Le bocche sono cucite. Suonano forti, soprattutto negli ambienti universitari, le parole pronunciate prima dal presidente Regione Puglia, Michele Emiliano, e la decisione del Consiglio comunale contro il governo di Netanyahu per quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza.

Il governatore, in un video sui social, a proposito del «genocidio di inermi palestinesi», ha invitato «tutti i dirigenti e dipendenti della Regione, delle sue Agenzie e delle società partecipate a interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del suddetto governo e con tutti quei soggetti a esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella Striscia di Gaza». Poi ha precisato che si tratta di «una posizione nei confronti del governo Netanyahu, non del popolo israeliano».

Nella stessa giornata, la maggioranza in Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno con il quale «l’amministrazione dichiara non gradita, anche per le prossime edizioni della Fiera del Levante e nei saloni specializzati, la partecipazione in qualsiasi forma dello Stato di Israele, o di suoi rappresentanti, sino a quando non porrà fine all’intervento militare nella Striscia di Gaza e alla violazione dei diritti umani della popolazione civile».

Sono circa cinquanta gli israeliani che vivono nel capoluogo e principalmente sono studenti di medicina. Ma non solo. Nessuno, però, ha voglia di commentare. «Qualche tempo fa – racconta uno studente barese – abbiamo trovato nei bagni della biblioteca scritte offensive contro gli israeliani. Sono state subito rimosse». Ma in linea generale, assicurano gli universitari, c’è un clima sereno. Alle volte anche di confronto. «Credo che la posizione presa dal Comune di Bari e dalla Regione sia un atto importante. Potrebbe anche spingere questi ragazzi, che alle volte sembra che vivano in una bolla, a riflettere. A rendersi conto che non si può restare indifferenti davanti ad una strage. Sono anche certa che loro non abbiano responsabilità e meritino di vivere la loro esperienza qui in Italia in un clima sereno e accogliente. Ma penso anche che sia necessario prendere posizione. Non contro di loro, ma nei confronti di chi sta permettendo tutto questo».

Non è d’accordo un altro studente che invece insiste: «Sono parole pesanti che possono sicuramente creare un clima difficile anche tra i ragazzi che vivono qui a Bari e non hanno alcuna colpa per gli errori di chi governa. Vivere lontano da casa non è mai semplice così come mantenere vive le tradizioni religiose e culturali. Figuriamoci in un clima ostile che può tradursi anche attraverso commenti disinformati o atteggiamenti discriminatori».

«Quella di Emiliano e del Consiglio comunale di Bari – commenta, invece, Azmi Jarjswi, palestinese in Italia ormai da anni – è una posizione coraggiosa. Il mondo sta finalmente comprendendo la realtà sullo Stato di Israele. Purtroppo, secondo un sondaggio pubblicato recentemente, il popolo israeliano appoggia la politica del governo Netanyahu. Rendendosi quindi complice di un genocidio che riguarda soprattutto donne e bambini. Io ringrazio, quindi, Emiliano e la maggioranza del Consiglio comunale di Bari che ha appoggiato la mozione: ora la speranza è che anche il governo centrale si faccia portavoce di questo messaggio».

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