il confronto
Bari, le richieste dei ragazzi della movida: «Più spazi e investimenti sulla cultura»
Il sindaco Leccese ha incontrato ieri i rappresentanti di associazioni culturali e studentesche: «Non adotterò altre ordinanze restrittive, ma lavoriamo nel rispetto di tutti»
BARI - Chiedono spazi, luoghi di aggregazione e socialità, nonché la possibilità di spostarsi di sera in città. «Siamo una componente del tessuto sociale, non semplici fruitori della movida», affermano con forza i ragazzi baresi.
Molte le idee emerse ieri nel confronto tra le associazioni giovanili e il sindaco Vito Leccese, in un incontro che ha visto la partecipazione anche degli assessori Carla Palone (Vivibilità Urbana) e Pietro Petruzzelli (Sviluppo Locale), nonché del comandante della Polizia Municipale, Michele Palumbo e del presidente del Municipio I, Annamaria Ferretti. Compiere un passo avanti nell’organizzazione delle politiche della notte ha rappresentato la principale finalità di un dialogo che, però, ha contemplato anche soluzioni nell’immediato per disciplinare lo svago serale. L’attenzione resta alta soprattutto sul quartiere Umbertino, considerato dai giovani come punto di ritrovo naturale, ma urgono alternative per non rendere «impossibile» l’estate dei residenti.
Il dibattito, in realtà, è partito già da fine febbraio con i forum dedicati alla costruzione condivisa delle politiche della notte. In base al materiale raccolto in sei incontri tematici, Palazzo di Città ha illustrato una prima serie di proposte che prevedono la mappatura di parchi e giardini per co-progettare attività con le associazioni, seguendo esempi già sperimentati in Italia e in Europa, oppure la trasformazione dell’ex caserma Magrone (in attesa che si completi la sua riqualificazione) in uno spazio temporaneo per arte e cultura. E ancora: ridare vita a strutture inutilizzate come il centro sportivo vicino al giardino Princigalli, oppure il mercato di Sant'Antonio a Madonnella e l'ex mercato di via Cagnazzi per realizzare nuovi luoghi di aggregazione per le associazioni. L’amministrazione intende anche implementare piazze e giardini con strutture leggere, ma permanenti, per piccoli eventi di comunità estemporanei, nonché facilitare eventi tramite un censimento degli spazi disponibili e un vademecum per semplificare la burocrazia necessaria all'organizzazione di eventi da parte delle associazioni.
Circa sedici le realtà intervenute all’incontro tra associazioni studentesche, culturali, enti di promozione e organizzazioni giovanili. Vasta la gamma delle opportunità poste al vaglio dell’amministrazione comunale: sfruttare spazi privati, creare eventi culturali e musicali in vari punti della città (molti hanno citato l’esempio mercato del pesce), riportare vita in piazze che non sono adeguatamente valorizzate, allungare l’orario di chiusura dei parchi, dare impulso a zone che si prestano al periodo estivo come il Waterfront di San Girolamo o la spiaggia di Pane e Pomodoro. Ma soprattutto si chiede considerazione. «Vogliamo essere una forza propositiva per la città, seguendo esempi virtuosi di chi ha istituito addirittura i Consigli Giovanili. A Bari, invece, non esiste nemmeno l’assessorato alle politiche giovanili. L’auspicio è che il dialogo aperto ascolti le nostre voci. Gli episodi delle serate di San Nicola dimostrano che non ci sono spazi per incontrarsi e condividere. Mancano pure club e discoteche. L’Umbertino è un quartiere che oggi ha precisi riferimenti per agevolare la socialità: non vogliamo essere considerati i criminali che minano il riposo dei residenti. Cerchiamo insieme alternative valide per dislocare la movida anche in altre zone». A tal proposito, però, è unanime l’esigenza di potenziare i trasporti per tutelare in particolare gli under 18. «Servirebbero linee dedicate solo la notte, magari per spostarsi da un quartiere all’altro e seguire più di un evento».
«Le indicazioni tratte durante i forum per costruire le politiche della notte serviranno ad un progetto ad ampio raggio. Questo incontro, invece, nasce per individuare soluzioni a una situazione d'emergenza che si è create durante il percorso, soprattutto al’Umbertino», sottoline Leccese. «Vogliamo i giovani protagonisti della città: le alternative al ritrovo per consumare cibo e bevande possono venire solo da cultura, creatività, sperimentazione. Oltre la caserma Magrone, lavoriamo per recuperare anche l’ospedale Bonomo: si tratta di strutture circondate da grandi parchi e un domani saranno proprio i ragazzi a gestirli. Entro il 2026 ritroveremo anche Torre Quetta con uno spazio triplicato, avremo anche il Molo Sant'Antonio e Costa Sud. Nell’immediato, invece, gli spazi della caserma Rossani npossono diventare ideali per iniziative di arte e cultura, così come possiamo immaginare eventi in Piazza Cesare Battisti che avrà una nuova illuminazione. Non intendo adottare altre ordinanze restrittive, ma al contempo è imprescindibile lavorare su senso di appartenenza alla comunità e sul rispetto di tutti».