Urne aperte
Triggiano, 5Stelle feroci contro il centrosinistra, mentre il terzo candidato sperimenta il civismo puro
TRIGGIANO - Si è chiusa la campagna elettorale che chiamerà alle urne i 25080 elettori per scegliere il prossimo sindaco e i consiglieri comunali. Lo storico teatro dei comizi finali è stato la villa comunale, gremita di sostenitori e semplici cittadini, tutti in attesa di ascoltare le battute conclusive dei tre candidati sindaci. Il primo a salire sul palco è stato Michele Cascarano, sostenuto dal Partito democratico («Pd»), «Progressisti per Triggiano», «Cascarano sindaco» e «70019 indirizzo Triggiano». Ad aprire il suo spazio è stato l’ex sindaco Michele Cassano cui sono seguiti gli interventi di tutti i big dem pugliesi: i deputati Ubaldo Pagano e Marco Lacarra e il segretario regionale Domenico De Santis. Quindi, Michele Cascarano che ha usato il simbolo della sua campagna elettorale, la borsa degli attrezzi dell’artigiano che va in giro per il paese. Il suo è stato un appello all’unità: «Per far ripartire questa comunità – ha sottolineato Cascarano – dobbiamo mettere in comune i saperi e non una lotta tra squadre». Tra le priorità ha indicato la sicurezza (più uomini e mezzi per i vigili urbani e messa a disposizione di una sede per un commissariato di pubblica sicurezza), rimettere Triggiano al centro dell’area metropolitana, creare una zona servizi universitari a ridosso del capoluogo, rilanciare la cultura con un programma intercomunale.
Quindi, è stata la volta di Mauro Battista, l’unico a capo di una colazione di cinque liste civiche senza simboli di partito («Insieme per il futuro di Triggiano», «Per Triggiano», «Meglio Battista», «Siamo Triggiano» e «Più valore per Triggiano»). Non a caso ha scelto di inaugurare lo spazio con l’intervento di candidati in rappresentanza delle rispettive liste collegate. «Ho visto prima di me salire su questo palco tanti politici importanti a sostegno di un altro candidato sindaco – ha evidenziato Battista – Ma non li ho mai visti per risolvere i problemi di questo paese. Perché dovremmo dare il nostro voto a loro? Io ho scelto un’altra strada perché della politica non mi fido più». Battista ha proiettato anche un video di alcuni suoi interventi come oppositore nel consiglio comunale: «Ne ho subite tante – ha chiosato Mauro Battista - ma ho sempre avuto la fiducia dei cittadini che mi ha spinto ad andare avanti. Mi piego ma non mi spezzo, anche se sono dimagrito di cinque chili». Quindi, la chiusura: «Io conosco la macchina amministrativa e so dove si è inceppata per cui la farò ripartire. Voglio rappresentare un corto circuito positivo in un quadro elettrico vecchio».
L’ultimo a salire sul palco è stato Pino Toscano sostenuto dal «Movimento Cinquestelle» e tre civiche: «Triggiano possibile», «Ora orizzonti attivi» e Triggiano rinasce». Nella mattinata di venerdì è arrivato anche il leader nazionale pentastellato, l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte (che non ha risparmiato frecciate al centrosinistra un tempo vicino all’ex assessora regionale Anita Maurodinoia costretta a dimettersi dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto lei e il marito Sandrino Cataldo), dopo la visita in settimana di un’altra big del movimento, Chiara Appendino. Anche Toscano ha scelto di far aprire il suo spazio con gli interventi dei rappresentanti delle liste collegate. Il suo intervento finale è stato «pirotecnico», soprattutto perché incentrato sul leitmotiv della sua campagna elettorale ovvero la «discontinuità». «Stasera ho indossato l’abito della festa – ha esordito Toscano – perché abbiamo vinto, comunque vada a finire. Se ne facciano una ragione perché abbiamo costituito una comunità di persone libere che hanno avuto il coraggio di rifiutare l’alleanza con l’esperienza amministrativa precedente, fallimentare sotto il profilo amministrativo e politico, provocando al paese danni economici e di immagine incalcolabili». Decisa anche la linea della «tolleranza zero» dell’azione amministrativa in caso di elezione: «Esamineremo – ha concluso Toscano – le criticità delle opere pubbliche in corso e, qualora riscontrassimo anomalie, non perderemo un minuto per inviare i documenti alle autorità competenti».
Nel tardo pomeriggio di domani si conoscerà il nome di chi guiderà il paese dopo il commissariamento di un anno oppure bisognerà attendere altre due settimane in caso di ballottaggio.