l’inchiesta penale
Crollo a Carrassi, l'ora delle risposte: i pm affidano una consulenza sulle cause dell'implosione
L'inchiesta sulla palazzina di via De Amicis: acquisite le immagini della palazzina che si sbriciola su un fianco. Sentiti i primi testimoni
BARI - Le iscrizioni nel registro degli indagati per il crollo della palazzina in via Pinto 6, nel quartiere Carrassi, potrebbero arrivare già nelle prossime ore. La Procura di Bari è al lavoro per ricostruire quello che è accaduto, a partire dai documenti che raccontano la «storia» dell’edificio. Il cuore dell’indagine, nella quale il procuratore aggiunto Ciro Angelillis e la pm Silvia Curione ipotizzano il reato di crollo colposo per il momento a carico di ignoti, ruota attorno ai lavori di messa in sicurezza e consolidamento che erano stati avviato solo nove giorni prima del crollo, ad un anno esatto dall’ordinanza del Comune che aveva certificato la inagibilità del palazzo, ordinandone lo sgombero immediato.
Concluse le fasi dei soccorsi, che hanno avuto la priorità dopo il cedimento della struttura, fino al salvataggio della 74enne Rosalia De Giosa, ora toccherà all’inchiesta dare le risposte che in tanti aspettano: perché il palazzo è crollato e per colpa di chi.
I poliziotti della Squadra mobile, su delega della Procura, hanno acquisito i documenti relativi ai lavori fatti e da fare, sulla base delle criticità rilevate dai vigili del fuoco e dai tecnici comunali che avevano poi portato - il 24 febbraio 2024 - all’ordinanza di sgombero: pilastri ammalorati, infiltrazioni, crepe nei muri. Già un anno fa furono effettuati i primi puntellamenti per mettere in sicurezza l’immobile. Da allora sono trascorsi dodici mesi prima che qualcuno tornasse a intervenire sul palazzo (i lavori erano stati affidati alla ditta Dell’Aera di Casamassima per 570mila euro). Il palazzo, stando a quanto rivelato dalle immagini che immortalano il crollo, avrebbe ceduto su un fianco, per poi implodere e sbriciolarsi in pochi secondi. Questo dovrà accertare la consulenza tecnica che sarà affidata nelle prossime ore. I dati tecnici saranno incrociati poi con le dichiarazioni di chi stava effettuando i lavori: gli operai che - già sentiti dagli investigatori - erano nel seminterrato del palazzo fino a un minuto prima del crollo. È già stato sentito anche l’amministratore di condominio, che un’ora prima del disastro aveva avvertito del pericolo tutti i condomini, alcuni dei quali stanno già chiedendo il risarcimento dei danni.
Intanto, in attesa che l’indagine penale faccia il suo corso, l’intera area è sotto sequestro. Non solo il palazzo ridotto ormai ad un ammasso di pietre, ma anche le tre palazzine evacuate: due lungo via Pinto, adiacenti all’edificio crollato, e una in via De Robertis.