l’inchiesta

Blitz al Municipio 1 di Bari, indaga l’Antimafia: ipotesi di gruppi anarchici dietro il gesto

isabella maselli

I poliziotti della Digos stanno visionando i filmati per identificare gli autori dei danneggiamenti alla sede istituzionale di via Trevisani

BARI - Indaga l’Antimafia sui danneggiamenti alla sede del Municipio 1, in via Trevisani. Nella notte tra martedì e mercoledì un gruppo di giovani, in fase di identificazione da parte degli investigatori, ha rotto alcune finestre a colpi di piccone, lanciato una bomba carta artigianale sulla porta d’ingresso e sporcato muri e vetrata di accesso con della vernice rossa.

Non un semplice atto vandalico, secondo gli inquirenti della Dda che coordinano gli accertamenti delegati agli uomini della Digos guidati dal primo dirigente Pasquale Testini, ma un atto dimostrativo, con tanto di lettera di rivendicazione lasciata sulla porta dell’edificio. Quando i poliziotti sono arrivati sul posto per i rilievi hanno scoperto anche segni di effrazione su tre finestre e, tra i graffiti apparsi sui muri, la scritta nera «Vendetta per Ramy», chiaro riferimento al 19enne morto, cadendo da uno scooter, il 24 novembre scorso a Milano, durante un inseguimento con i carabinieri. Sono le telecamere di videosorveglianza della zona, acquisite dagli agenti della Polizia Locale, ad aver già dato le prime risposte: il gruppetto di «vandali», almeno tre, è stato immortalato degli occhi elettronici. Gli investigatori stanno visionando i filmati per tentare dare un volto e un nome ai responsabili dell’atto dimostrativo. Nella prima informativa già depositata in Procura si ipotizzano i reati di danneggiamento pluriaggravato dall’aver agito contro un edificio pubblico e nelle ore notturne, oltre al porto di esplosivo (la bomba carta fatta deflagrare davanti all’ingresso della sede del Municipio). E sono ancora in corso gli accertamenti sulla lettera, che potrebbe rivelare la mano che c’è dietro quel gesto. Gli investigatori non escludono che vi sia un collegamento con il mondo anarchico che negli anni scorsi, a Bari e in tutto il Paese, si è reso protagonista di altri atti dimostrativi simili contro sedi istituzionali, sindacati e scuole.

Per questo a coordinare le indagini sulla vicenda è la Direzione Distrettuale Antimafia. È probabile, infatti, che gli inquirenti decidano di contestare - al momento a carico di ignoti - anche l’aggravante della finalità terroristica o eversiva. Ieri i poliziotti sono tornati nella sede del Municipio per ulteriori rilievi sulle scritte e probabilmente già oggi daranno il via libera per cancellarle.

Dalle prime ore dopo il fatto la condanna del gesto è stata unanime, con il sindaco Vito Leccese che ha assicurato un rafforzamento del presidio della Polizia locale.

Privacy Policy Cookie Policy