l'indagine

A Bari le talpe avvisavano dei blitz: le chat degli affiliati al clan Parisi Palermiti decriptate dalla Dda

isabella maselli

Le rivelazioni nelle conversazioni segrete del 2020 grazie ad un'indagine internazionale guidata da Fbi, Europol e polizie di Svezia, Paesi Bassi e Australia.

BARI - Certificati medici fasulli per ottenere facili scarcerazioni, presunti «amici» in Procura e tra le forze dell’ordine che avvisavano i mafiosi di Japigia dei blitz e dei controlli, la pianificazione delle spedizioni punitive ai sodali infedeli. C’è tutto questo nelle chat segrete degli affiliati al clan Parisi Palermiti, decriptate dalla Dda grazie ad una indagine internazionale guidata dall’Fbi affiancata da Europol e dalle polizie di Svezia, Paesi Bassi e Australia. Una indagine che, da giugno 2021, ha consentito di raccogliere più di 20 milioni di messaggi da oltre 11.800 dispositivi utilizzati da sospetti criminali.

I mafiosi baresi - hanno scoperto gli inquirenti della Dda - usavano la piattaforma canadese «SKY ECC». È stato possibile decriptare le chat tra febbraio 2020 e marzo 2021, contenenti messaggi di testo, immagini e in alcune circostanze anche note audio, di dodici pregiudicati, tra i quali Giovanni Palermiti, figlio del capo clan di Japigia Eugenio, Michele Parisi «Gelatina», fratello del boss Savinuccio, ma anche il genero del boss Palermiti Filippo Mineccia e i nipoti dei due «mammasantissima» di Japigia, Antonino Palermiti e Radames Parisi. Quello che l’Antimafia ha raccolto costituisce, per usare le sue stesse parole, «una sorta di “miniera” da cui estrapolare preziose informazioni dal contenuto determinante non solo per eventuali e ulteriori indagini, ma soprattutto per consentire di giungere a una comprensione profonda e aggiornata del mondo della criminalità organizzata locale, segnatamente quella riconducibile al clan Palermiti, la cui composizione appare ragionevolmente mutata dopo la decisione di collaborare con la giustizia di uno dei suoi leader storici, Domenico Milella».

Le chat decriptate sono contenute in una annotazione depositata dai pm Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino nella prima udienza del processo «Codice Interno» al clan Parisi. In diciannove capitoli raccontano intimidazioni, punizioni, affronti e risposte armate, estorsioni, minacce, riti di camorra, gestione dei corriere della droga, ma anche rapporti di collusione con pubblici ufficiali, medici e forze dell’ordine.

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