sprechi e scandali

Adelfia, il dirigente scolastico ha assunto i figli: condannato dalla Corte dei conti

Massimiliano Scagliarini

All’ex preside di un istituto di Adelfia contestati 12 contratti a tempo determinato con i fondi covid: «In nove erano anche assenteisti»

BARI - L’ex preside dell’istituto comprensivo Moro-Falcone di Adelfia avrebbe abusato del suo potere, utilizzando i fondi Covid per assumere 12 persone tra cui anche i suoi tre figli, le fidanzate e il figlio di una collega. Un evidente danno erariale che dovrà essere risarcito da sette persone: tra loro anche l’ex dirigente, Nicola Giovanni Errico, barese, 68 anni, condannato a risponderne in via sussidiaria per circa 28mila euro.

La Corte dei conti della Puglia (presidente e relatore Alberto Mingarelli) ha chiuso così il fascicolo nato da una segnalazione dell’Ufficio scolastico regionale, finita anche in una indagine penale dalla Procura di Bari nei confronti di 13 persone. Dalle verifiche sull’uso dei fondi è infatti emersa non solo l’irregolarità nell’utilizzo delle graduatorie di istituto, con l’abuso della «messa a disposizione», ma anche il sospetto che i contratti fossero fittizi: i beneficiari delle assunzioni a tempo determinato, secondo quanto ha stabilito la Finanza, non avrebbero infatti mai prestato servizio.

La questione riguarda le supplenze dell’anno scolastito 2021-2022, nella quale era possibile per le scuole stipulare contratti aggiuntivi a tempo determinato con i quali far fronte all’emergenza covid. Gli istituti dovevano però utilizzare le procedure che prevedono l’utilizzo delle graduatorie di istituto, e non ricorrere a chiamate dirette come avrebbe fatto Errico. E invece in questo modo tra i beneficiari delle assunzioni, annotano i giudici contabili, «risultano esservi i suoi tre figli, una nipote, nonché i figli di una addetta al plesso Giovanni XXIII dello stesso istituto comprensivo». Dopo le contestazioni dell’Ufficio scolastico (che lo ha sottoposto a procedimento disciplinare, sospendendolo per 45 giorni) l’allora preside ha provveduto all’annullamento dei contratti. «Tuttavia, secondo quanto riporta la Procura, non risulta che lo stesso Dirigente, a seguito dei predetti annullamenti contrattuali, abbia mai posto in essere la doverosa azione di recupero delle somme indebitamente corrisposte». Nel frattempo, però, tre persone hanno autonomamente restituito i soldi ricevuti: la loro posizione è stata archiviata.

All’illegittimità dei contratti si somma anche l’assenteismo, che avrebbe riguardato i tre figli di Errico, la nipote, i due figli di una collega e altre sei persone. Per ricostruire la situazione i finanzieri hanno ascoltato i docenti della scuola: quasi tutti hanno detto di non aver mai visto le persone contrattualizzate da Errico. È per questo che i giudici contabili hanno riconosciuto il dolo, tra retribuzioni incassate illegittimamente e (per due persone) danno di immagine. La Procura lo aveva quantificato in poco meno di 160mila euro complessivi.

Nel fascicolo penale, coordinato dalla pm Savina Toscani, sono contestate a vario titolo le ipotesi di abuso d’ufficio e truffa aggravata allo Stato. La prima dovrà essere stralciata per effetto dell’imminente entrata in vigore del ddl Nordio che ha abolito questa fattispecie, ma la Procura potrebbe valutare la contestazione del nuovo reato di peculato per distrazione. 

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